Ha chiuso con 3.052 biglietti venduti la mostra ‘Rossi 200, dalla lana al tessuto produttivo’, l’omaggio che Schio ha reso al suo Alessandro, il grande imprenditore che ha letteralmente ‘dato vita’ alla città.
Oltre tremila visitatori, che numeri alla mano sarebbero stati almeno il doppio, se il Coronavirus non ci avesse messo lo zampino bloccando mezzo mondo proprio quando era previsto il cuore degli eventi e dell’affluenza.
3.052 biglietti staccati al 29 giugno festa di San Pietro Patrono di Schio, la mostra “ROSSI 200 – Dalla lana al tessuto produttivo”, organizzata da Comune di Schio, Distretto Scienza e Tecnologia, Confindustria Vicenza Raggruppamento Alto Vicentino e cooperativa Biosphaera. “Siamo gente che pensa positivo – spiegano i promotori – e ci piace guardare a quello che abbiamo avuto e non a ciò che abbiamo perso: si tratta di un bilancio lusinghiero che per noi vale almeno il doppio perché ottenuto nonostante i gravi disagi causati dall’emergenza sanitaria Covid-19”.
Non solo un modo di dire, quello dei responsabili, perché dall’analisi obiettiva dell’affluenza, sommando ai biglietti staccati le visite guidate di scolaresche e gruppi già scadenziate in calendario ma giocoforza cancellate, l’affluenza spontanea nei weekend persi e quella indotta collegata al panel eventi (tutti capitoli andati in fumo causa Covid-19), il contatore avrebbe tranquillamente potuto segnare almeno un raddoppio. «La mostra ROSSI200 – commenta Valter Orsi, sindaco di Schio – è stata il traguardo che ha terminato con successo le tante attività sorte come tributo al nostro cittadino più illustre. La città possiede nella propria anima una moltitudine di storie ed esperienze uniche, troppo spesso sopite rispetto alla conoscenza collettiva, ma che si stanno rivalutando anche per trovare spinte nei contemporanei momenti di difficoltà. Con soddisfazione noto che il nome di Alessandro Rossi sta tornando alla ribalta nella
“ROSSI200 – Dalla lana al tessuto produttivo” è stata inaugurata il 21 novembre 2019, il giorno del duecentesimo compleanno di Alessandro Rossi. La durata di quattro mesi inizialmente prevista fino al 29 marzo 2020 era già in odore di proroga per tutto aprile, vista la buona affluenza rilevata e le visite prenotate da scuole e gruppi privati per i mesi di febbraio e marzo. L’emergenza sanitaria ha però stravolto tutti i piani, costringendo alla chiusura per tre mesi, dal 23 febbraio al 23 maggio, quando su forte volontà degli organizzatori l’esposizione è stata riaperta fino al 29 giugno seppur con viste guidate contingentate. «Riaprendo volevamo dare un segnale di speranza, e siamo stati premiati – spiega Laura Dalla Vecchia, presidente del Distretto Scienza e Tecnologia – perché nonostante la stagione estiva il dopo lockdown ha riservato una notevole affluenza, segnando quasi 700 visitatori: un segno tangibile di come Alessandro Rossi sia stato un grande protagonista della sua epoca, in grado di creare una cultura d’impresa che tutt’oggi è fonte di grande ispirazione». «L’uomo, l’azione e il territorio, sono gli elementi di una storia, che a partire da Alessandro Rossi ha ancora moltissimo da dire e da insegnare – le fa eco Michele Ferretto, presidente di Biosphaera -. ROSSI200 per noi è stata una sfida, che siamo orgogliosi di aver accettato con la consapevolezza di essere solamente all’inizio di un lungo e interessante racconto, nel quale il vero attore è il tessuto produttivo di oggi nel suo eterogeneo insieme».
La mostra scledense, nata per celebrare il bicentenario della nascita di Alessandro Rossi, è stata molto apprezzata da tutte le fasce di età per il valore storico, ma anche per il linguaggio facile, l’interattività e per i molti reperti originali raccolti grazie ai prestatori: «Abbiamo raccontato un capitolo chiave della lunga tradizione manifatturiera che oggi ci distingue in tutto il mondo – spiega Armido Marana, vice presidente del Distretto – e ci siamo riusciti grazie ai tanti che hanno collaborato evidenziando una fantastica caratteristica delle nostre genti, che si sanno impegnare e mettere a disposizione per il proprio territorio dando un segnale di comunità forte e coesa». Particolarmente avvincente è la storia dei disegni originali dell’architetto Auguste Vivroux risalenti al 1862 e recuperati in Belgio, dove sono conservati presso la Commission Royale des Monuments, Sites et Fouilles (CRMSF) di Liegi: queste tavole, esposte per la prima volta in Italia, hanno preso nuova vita grazie a rendering e foto-inserimenti realizzati da StudiOfficina Architettura, che ha così potuto mostrare ai visitatori la Fabbrica Alta così come era stata originariamente concepita dall’architetto belga, prima di subire variazioni in fase di realizzazione. Un entusiasmante progetto realizzato che attenua un po’ l’amarezza per gli appuntamenti culturali cui si è forzatamente dovuto rinunciare: basti pensare che nel ricco panel di convegni ed eventi evaporato a causa della pandemia spiccava anche l’autorevole nominativo dell’Accademia Olimpica che nei piani avrebbe dovuto far tappa a Schio a metà marzo con una prestigiosa tornata interclasse dal titolo “Alessandro Rossi e l’era industriale”.
E proprio sull’onda dell’ottimismo, come colpo di coda destinato a beffare le avversità pandemiche e a cristallizzare nel tempo i contenuti di ROSSI200, pochi giorni prima della chiusura è stato dato alla luce il catalogo dell’esposizione, curato da Silvia Boschetti con foto originali di Marco Chierico, edito da Sparkling sotto la direzione editoriale di Luca Fabrello, portavoce del Distretto: “Lo spirito imprenditoriale di Alessandro Rossi insegna a non arrendersi di fronte alle difficoltà – conclude Fabrello -. Se l’emergenza sanitaria ha cancellato visitatori ed eventi, noi abbiamo risposto con orgoglio dando alle stampe pagine che profumano di speranza: un meraviglioso volume, dal linguaggio chiaro ma pieno di contenuti originali, che rimarrà nella bibliografia di Schio e concederà a tutti, e ai più giovani in particolare, la possibilità di conoscere ed essere ispirati da colui che senza dubbio alcuno fu un grande della storia, e respirare un po’ della magica atmosfera che durante i mesi di esposizione aperta al pubblico ha intriso le sale del Lanificio Conte”. Il volume è disponibile nelle librerie di Schio e su Amazon.