Ogni anno guadagna un nuovo palazzo, una vecchia casa scomparsa dalla memoria o un omino intento a svolgere un mestiere perduto per sempre. E’ il presepe natalizio dal sapore piacevolmente profano che riproduce in miniatura l’antica Piovene Rocchette, ideato e costruito una tegola dietro l’altra da tre amici con la passione del bricolage nel sangue e la tenera nostalgia del paese che fu.
Iniziato quasi per gioco ormai 30 anni fa con poche casette che duplicavano nei minimi particolari quelle del borgo storico di Piovene, via Levrena con la piazzetta della Crosara, sotto la Birreria Vecia, il presepio era stato spostato lo scorso anno nella chiesetta dell’Ospizio. Da quest’anno invece la natività targata Piovene ha occupato il posto definitivo dentro l’antico edificio delle ex carceri di via Libertà, nello stabile del municipio, con il favore dall’amministrazione comunale.
Il gruppo ‘De la Crosara’, così si sono scherzosamente battezzati Remigio Boriero, 79 anni, Pierangelo Danese, 70 anni e Vittorino Corso, 64 anni, stanno lavorando di cesello con colla, compensato e fantasia da oltre un mese per rimettere a nuovo tutti i pezzi, le vecchie case (alcune non esistono più), la chiesa patronale, la chiesa della Madonna dell’Angelo, il vecchio municipio di via Castel Manduca, il mitico ‘fontanòn’, la casìna del Summano, e molto altro, il tutto arricchito da statuine in movimento grazie ai numerosi meccanismi di automazione ‘fai da te’.
L’ultima creazione è la riproduzione dello straordinario ‘castello degli spiriti’, edificio ottocentesco incompiuto, del quale generazioni di piovenesi hanno tramandato macabre storie di sfortunati ospiti mai usciti vivi dalle sue mura. In realtà il Palazzetto Fraccaroli di via Libertà non è mai nemmeno stato abitato, ma grazie ai tre amici ha ora il suo posto di riguardo accanto allo scomparso mulino dei Calappi lungo il torrente Astico.
Sarà possibile visitare il presepe piovenese ufficialmente da domenica prossima, con apertura al pubblico anche durante l’orario serale.
Marta Boriero