Esce oggi in tutte le librerie italiane e negli store digitali “Il carico da undici” (Salani editore, 352 pagine – prezzo 18,00 euro), un noir firmato Patrizia Voli.
Laureata in giurisprudenza e giornalista, l’autrice racconta i misteri, i colpi di genio e i sogni infranti della vita di provincia, mettendo in scena le inquietudini di un’Italia che per tenere il passo della modernità ricorre troppo spesso alla sua passione per le scorciatoie.
Imola, 1979. Lenin Aldrovandi ha molti progetti per il suo futuro, ma nessuno di questi prevede di faticare troppo. Bello come Paul Newman, sta tentando con poca fortuna di entrare nel mondo dello spettacolo. Intanto, per sbarcare il lunario, gestisce il bar di una casa di cura per anziani, dove tra un caffè e un’acqua tonica continua a coltivare i suoi sogni di grandezza. Fin quando un giorno, senza nessuna avvertenza, scompare nel nulla. Che sia fuggito con una delle tante donne che se lo mangiano con gli occhi? O c’entra il fantomatico business che, diceva, presto gli avrebbe spalancato le porte del successo? Negli stessi giorni un’altra notizia tiene banco in città: in uno degli angoli più reconditi di una cava di gesso, è stato trovato il corpo senza vita di una ragazza. Ai tavoli dei bar e tra le bancarelle del mercato, subito si scatenano le teorie più fantasiose sull’identità della vittima, su come sia stata uccisa e perché. Spetterà al maresciallo Ponti, che nella quiete della provincia sperava di aver trovato anche la propria, il difficile compito di cercare il bandolo della matassa e capire cosa leghi quell’omicidio con la scomparsa di Lenin Aldrovandi e con i troppi piccoli segreti di un’intera comunità.

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