Oggi Lego è un simbolo per i bambini e gli adulti di tutto il mondo e i suoi mattoncini colorati sono molto più di un giocattolo. Ma pochi conoscono la storia di questa azienda globale, una storia ricca di colpi di scena, di intuizioni, di gravi crisi e di coraggio. Jens Andersen nel suo ‘Lego, una storia di famiglia’ (Salani editore, 416 pagine, 19 euro) parte da dove tutto ha avuto inizio, siamo nel 1916 in un laboratorio di falegnameria nella campagna danese. Ole Kirk Kristiansen è un giovane artigiano che costruisce case in legno per i contadini della zona. È un ragazzo sorridente, generoso e infaticabile. Purtroppo per lui, è anche perseguitato dalla sfortuna: per due volte la sua attività viene distrutta, prima da un incendio, poi da un fulmine, e quando le cose cominciano a girare bene ci pensa la Grande depressione a mettergli i bastoni tra le ruote. Ma Ole non è tipo da arrendersi e, con l’economia mondiale in ginocchio e il legno che scarseggia, ha un’idea: produrre mobili in miniatura e giocattoli, macchinine, paperelle, yo-yo. La svolta è vincente e nel 1934 nasce ufficialmente la LEGO – il nome è la contrazione di un’espressione danese che significa “gioca bene” – ma il vero colpo di genio, quello capace di cambiare per sempre l’intera industria dei giocattoli, arriva dopo la guerra, quando Ole scopre la plastica e inventa un sistema rivoluzionario per incastrare i mattoncini. Con la partecipazione diretta dei Kristiansen, tuttora proprietaria della LEGO, il libro ricostruisce l’appassionante storia di una famiglia attraverso tre generazioni e l’epopea di un mattoncino immortale che ha acceso l’immaginazione di tutti. Jens Andersen (1955) è autore delle biografie di Hans Christian Andersen, di Astrid Lindgren e dei membri della famiglia reale danese. ‘Lego’ è stato tradotto in sedici lingue.
Lego, una storia di famiglia che non tutti conoscono
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