Il coraggio e la passione civile, ma anche la fragilità e la paura di fronte a una violenza senza fine né remore, e poi gli amori, le scelte di dignità e quelle di libertà per promuovere l’emancipazione femminile: sono le donne della Resistenza, vere e proprie eroine spesso rimaste nascoste nelle pieghe della Storia, che molti libri possono oggi aiutarci a conoscere in vista degli 80 anni, il prossimo 25 aprile, dalla liberazione dal nazifascismo.
Una ragazza di 21 anni che si arruola in una banda partigiana e che combatte in prima persona i fascisti e le convenzioni del tempo, fino all’estremo sacrificio: si ispira alla vita vera della partigiana Iris Versari il romanzo di Walter Veltroni “Iris, la libertà” (Rizzoli, pp.224, 18.50 euro), una vicenda di amore e lotta narrata con intensità e senza sconti.
C’è la storia italiana ma anche uno sguardo più intimo e personale ne “La staffetta senza nome. Autobiografia di una partigiana (Solferino, pp.176, 17 euro) scritta da Sandra Gilardelli con Jessica Chia. Gilardelli si racconta con passione a quasi 100 anni, tornando a quando di anni ne aveva soltanto 18 e decise coraggiosamente di unirsi alla Resistenza diventando staffetta.
Torna in libreria con Einaudi “Compagne. Testimonianze di partecipazione politica femminile” (pp.704, 16.50 euro.
Introduzione di Benedetta Tobagi), storico volume firmato da Bianca Guidetti Serra nel 1977: opera pionieristica di racconto orale della militanza femminile in Italia dagli anni Venti fino agli anni Settanta, il libro offre il racconto in prima persona di 51 donne che hanno partecipato alla Resistenza. Bruno Maida sempre per Einaudi scrive “Non si è mai ex deportati. Una biografia di Lidia Beccaria Rolfi” (pp. XXII – 256, 14 euro), libro che ripercorre l’intera esistenza di una delle figure più capaci di restituire alla collettività la testimonianza femminile dell’esperienza concentrazionaria e dell’impegno politico. Maestra elementare, staffetta partigiana, deportata a Ravensbrück, autrice di due importanti volumi sulla deportazione, Lidia Beccaria Rolfi al suo ritorno dal lager riuscì a rompere il muro di silenzio creato attorno ai deportati dall’indifferenza di chi avrebbe dovuto ascoltarne il dolore.
L’educazione come “premessa” alla democrazia: risiede in questa intuizione il valore del pensiero di Ada Gobetti, condensato negli scritti presenti in “Pedagogia Partigiana” (il Melangolo, pp. 168, euro 18. Prefazione di Andrea Gobetti), a cura di Giancarla Sola. Il volume, attraverso 20 brevi testi gobettiani, recupera la voce di una figura femminile (insegnante, traduttrice, fondatrice della Rivista “Il Giornale dei Genitori”, membro della Resistenza, autrice di saggi e volumi dedicati all’educazione) la cui vita si è resa interprete delle molteplici declinazioni della Resistenza: una parola emblema di valori che non devono essere “solo” ricordati, ma necessariamente attualizzati attraverso la scuola e l’istruzione.
Partigiana con il nome in codice di Miranda, filosofa e allieva dello studioso Antonio Banfi, redattrice presso la casa editrice Hoepli, scrittrice, traduttrice, giornalista e fondatrice de Il Manifesto nel 1969, ma soprattutto, a partire dal 1947, membro del Partito Comunista Italiano, per cui divenne responsabile della politica culturale, prima alla Casa della cultura di Milano e successivamente a Roma: c’è l’intera vita e il pensiero di Rossana Rossanda nel libro “Tutto il mondo è cosa mia” (Electa, pp.96, 12 euro) di Giorgia Antonelli. Nel volume, attraverso libri, articoli e documenti d’archivio, emergono la voce brillante e spesso scomoda di una donna intelligente e libera, lo sguardo personalissimo e la sua penna tagliente e raffinata, sempre pervasa di ironia.
Il romanzo storico di Raffaella Cargnelutti, “L’altra guerra” (Mursia, pp. 264, Euro 17,00), mette in luce il coraggio e la forza delle donne non al fronte ma nella vita quotidiana nel contesto della Resistenza. Liberamente ispirato al diario “Un anno di guerra: vita coi cosacchi” di Norina Canciani, il romanzo offre uno spaccato toccante e autentico della Carnia durante il conflitto: al centro un coro di voci femminili (in primis quella della protagonista Dora) messe a tacere, storie di donne che, pur senza imbracciare le armi, hanno “combattuto” nelle loro case e compiuto scelte difficili per salvare princìpi di convivenza, umanità e libertà.
Ansa
