La storia dell’attuale Auditorium Città di Thiene “Fonato” si ricollega alle note storiche del 1926: “La compianta benefattrice Fonato Santa qui deceduta il 22 gennaio 1926 con suo testamento pubblico 20-12-1924 n. 1041 rep. del notaio Pagliosa di Thiene legò fra l’altro a favore della Congregazione di Carità di Thiene coll’obbligo di fondare in Thiene una Scuola Femminile di Lavoro per ragazze e donzelle di questo Comune e con preferenza a quelle che si trovano in condizioni fisiche di non poter guadagnare con lavoro di fatica i mobili ed immobili specificatamente indicato nell’inventario giudiziale…” Così scriveva il segretario della Congregazione di Carità di Thiene, il signor Bortolo Pegoraro nella minuta che costituisce l’unica fonte storica sulle origini dell’edificio che fu anche un Teatro collegato alla Scuola Materna adiacente.
Santa Fonato, appartenente ad una famiglia della buona borghesia thienese che con Lei si estinse, morì all’età di 78 anni il 22 gennaio del 1926: in quello stesso giorno venne pubblicato il suo testamento pubblico, redatto il 20 dicembre 1924 dal notaio Pagliosa di Thiene, in cui legava diversi suoi beni a vari Enti di assistenza: Asilo di Sarcedo, Casa di Riposo di Monte di Malo, Ospedale Boldrini e Congregazione di Carità di Thiene. Proprio il lascito destinato a fondare la Scuola di Lavoro Femminile fu in parte disatteso: varie perizie tecniche richieste dalla Congregazione dimostrarono, infatti, l’impossibilità pratica di insediare tale scuola nella casa padronale Fonato, come era nelle ultime volontà della defunta e così si ritenne preferibile edificare una nuova struttura su di un’area adiacente all’Asilo Ferrarin, istituzione incaricata, pertanto, dell’acquisto del terreno dal proprietario Angelo Rossi fu GioBatta. Con tale scelta si risolveva anche il problema della suora maestra che, sempre secondo i desideri della Fonato, doveva assistere le “donzelle” e che fu così scelta tra quelle che già componevano la Comunità che gestiva l’Asilo.
Il 16 giugno 1926 la Congregazione di Carità, presieduta dal cav. Uff. Pietro Tretti, deliberò di alienare gli immobili costituenti i beni legati, confidando di ricavare dalla vendita la somma di lire 200.000, superiore alle 100.000 lire risultante dalla perizia giurata stilata dall’ing. Adelchi Zuccato.
Fu bandita un’asta pubblica.
“Si procederà di prima provvisoria aggiudicazione col sistema della candela vergine per la vendita degli immobili sotto descritti di proprietà della Congregazione di Carità di Thiene per l’erigenda Scuola Femminile Professionale Fonato siti tutti in Thiene in via Zanella (già Borgozucco) Sez. Catastale Unica Foglio III”.
Senonchè la vendita dei primi lotti portò nelle Casse solo 90 mila lire, che la Congregazione ritenne comunque sufficiente per la realizzazione della sala, in quanto le previsioni di spesa erano di 70 mila lire. Il Commissario Prefettizio, invece, ritenne la somma insufficiente, perchè non avrebbe coperto tutte le spese relative a tasse di successione e all’arredamento.
L’incarico fu comunque affidato all’ing. Civile Adelchi Zuccato che presentò il progetto il 25 settembre 1926; i lavori furono affidati alla ditta Panozzo f.lli fu Antonio e a fine dicembre di quello stesso anno la Scuola era ultimata. Questo dato si ricava dalla liquidazione, quietanzata in data 5 marzo 1927, versata al progettista e direttore dei lavori: l’importo complessivo, ad opera ultimata, ammontava a lire 75.374.
Fu tuttavia nominato un Commissario ad Acta per risolvere amichevolmente una questione non chiarita: l’Asilo Ferrarin doveva cedere il terreno su cui era stata costruita la Scuola ad altro Ente morale, ossia alla Scuola Fonato, anche se entrambi appartenevano alla stessa Congregazione.
Con Regio Decreto “Dato a Roma addi 2 gennaio 1930 anno VIII” la Scuola venne eretta in Ente morale e ne venne approvato lo Statuto, che prevedeva: “In conformità alle disposizioni della testatrice (la Scuola) ha lo scopo di raccogliere ragazze e donzelle di Thiene (comprese tra i nove e i trent’anni) con preferenza a quelle che si trovino in condizioni fisiche di non poter guadagnare con lavori di fatica, per istruirle nei lavori donneschi, quali di sartoria e cucito in genere, di rammendo e rattoppo di maglieria e ricamo, e nella economia domestica con ispeciali lezioni e applicazioni pratiche ed avviarle cos a professione che possa loro permettere di dedicarsi poi ad occupazione proficua” (dall’art. 1).
“I prodotti della cucina per l’insegnamento dell’economia domestica saranno dispensati ai poveri bisognosi in base a buoni rilasciati dalla Congregazione di Carità”(dall’ art. 6).
Negli anni seguenti furono numerose le ragazze thienesi che si dedicarono ai lavori di ricamo, di cucito e di economia domestica; le Suore, alle quali era affidata la cura delle giovani, nei giorni festivi organizzavano attività ricreative tra le quali divenne importante quella recitativa. Con il tempo si allestì un palcoscenico sul quale si esibivano in rappresentazioni amatoriali dapprima le ragazze e in seguito anche, e soprattutto, i bambini del vicino Asilo in occasione delle Festività religiose.
La struttura rimase in vita fino agli anni Sessanta, dopo di che inizi un rapido degrado che portò lo stabile a divenire un angolo fatiscente e dimenticato della Città.
Era la sera del 27 maggio 2000 quando, al termine del concerto della violinista Sonig Tchakerian, eseguito in un’affollata sala di Villa Fabris, alcuni cittadini thienesi (Maria Rita Busetti e Silvano Zamburlini, Bruna Rossato Brazzale, Antonello Amatori, Fernanda e Domenico Rigoni) esprimevano il desiderio che Thiene potesse disporre di una struttura ad hoc, un auditorium riservato proprio ad esecuzioni musicali. Ricordavano l’esistenza in Thiene del teatrino Fonato, in stato d’abbandono e nacque l’idea di recuperare la struttura. Ebbero già quella sera stessa l’adesione di Paolo Sartori a partecipare a quel Comitato che si costitui, di li a poco, il 18 settembre 2000, sotto la presidenza di Bruna Rossato Brazzale e con i consiglieri Diano Mogentale e Francesco Pronio e vice Presidente Domenico Rigoni.
La finalità del Comitato era non solo quella di reperire i fondi necessari al restauro dello stabile stesso, ma anche quella di sensibilizzare la Cittadinanza a riappropriarsi di una parte importante della recente storia cittadina e della memoria collettiva. L’Amministrazione Comunale ha condiviso pienamente il progetto del Comitato: nel settembre 2000 l’edificio stato affidato dal Comune al Comitato ed nata una compartecipazione pubblico-privato, che ha reso possibile il recupero dell’immobile.
L’Auditorio oggi a disposizione di tutte le persone sensibili alle iniziative culturali, per continuare ed innovare in quella tradizione musicale, distintiva di Thiene, grazie alla quale stato possibile tutto ci. Non solo per Thiene, ma anche per tutto il comprensorio, l’Auditorium rappresenta il punto di incontro di sicuro riferimento per gli appassionati della musica, sia per quanti amano ascoltarla sia per coloro che, attraverso di essa, esprimono la loro sensibilità, donando al pubblico grandi e belle emozioni.
LA SCUOLA DI LAVORO FEMMINILE “FONATO”
L’edificio era stato progettato con grande semplicità costruttiva, secondo gli usi e i costumi dell’epoca (1926), con strutture murarie tradizionali a sasso e calce, copertura in legno e tegole tipiche di quell’epoca. Erano invece molto curate sia le finiture interne, con elementi decorativi di rilievo sul soffitto e sul palcoscenico, sia quelle esterne, arricchite da lesene, basamenti, riquadrature e da un cornicione sagomato.
Il fabbricato era composto dal corpo principale che comprendeva il salone ed il palcoscenico, da una piccola bussola di ingresso e da un corpo laterale con il servizio igienico e la scaletta per l’accesso al sottopalco. L’edificio, al momento dei rilievi preliminari, risultava in uno stato di degrado molto evidente, con parti del soffitto decorato crollate ed altre pericolanti.
2002 la ristrutturazione
L’AUDITORIUM CITTA’ DI THIENE “FONATO”
Oltre alle necessarie opere di risanamento, il progetto prevede un nuovo corpo, in ampliamento all’edificio originario, non solo per adeguarlo alle attuali esigenze normative, ma anche per un nuovo utilizzo polivalente, come auditorium per concerti, convegni, videoconferenze….
Nel nuovo Auditorium il palcoscenico, completamente risanato, ha mantenuto inalterata l’originaria struttura, mentre la platea, in legno di rovere, di circa 200 mq, con 203 posti a sedere, di cui 60 removibili. Tale capienza stata resa possibile grazie, appunto, all’aggiunta della nuova struttura, di impianto geometrico semplice, caratterizzata da un’ampia vetrata nella zona di ingresso e dalla semplicità della muratura perimetrale con fascioni ricavati sull’intonaco, con copertura realizzata in rame.