‘Il Piave mormorava, calmo e placido, al passaggio dei primi fanti il 24 maggio’. Il 24 maggio 1915, l’Italia entrava in guerra contro gli Imperi centrali, gettandosi nella Prima Guerra Mondiale dieci mesi dopo l’inizio delle ostilità in Europa.
Era un lunedì. Alle 3, 30, precedute dai tiri degli obici, le truppe italiane oltrepassarono il confine italo-austriaco, puntando verso le ‘terre irredente’ del Trentino, del Friuli, della Venezia Giulia. Nel 1918, a guerra finita, un poeta e musicista napoletano, Giovanni Gaeta, più noto con lo pseudonimo di E. A. Mario, trasformò quel momento nella ‘Leggenda del Piave’, una canzone che fa fa parte della memoria di tutti noi italiani.
‘La canzone del Piave’’ destinata a diventare l’inno della Grande Guerra (per un breve periodo, dopo la liberazione del 1945, fu usata anche come inno nazionale, prima che venisse adottato l’inno di Mameli). L’autore, un noto canzonettista , paroliere e musicista di tanti canzoni anche più recenti (morì infatti nel 1961), scrisse quel brano nel 1918, in un raptus di patriottismo. In una sola notte.
” Mentre di morte nunzio il cupo cannone tuonava, una preghiera fervida si levava in cielo: salvali o signore.
Don Francesco Lappo. ( foto di Laghi dell’archivio storico della Guerra).
di Redazione AltovicentinOnline