Fervono i preparativi per una serata destinata a rimanere nel cronistoria: domenica (23 dicembre) alle 20.30, quarta di Avvento dominata proprio dalla figura di Maria, la chiesa di Calvene, ospiterà una serata straordinaria: don Marco Pozza, da sette anni cappellano del carcere di massima sicurezza “Due Palazzi” di Padova, torna ancora una volta nella sua terra natia per raccontare la sua personale avventura sull’Ave Maria assieme a papa Francesco. Alle 21.10, poi, su maxischermo installato davanti all’altare, verrà proiettata, in contemporanea a TV2000, l’ultima puntata con l’intervista integrale di don Marco al Pontefice. Al termine, quindi, in Piazza Resistenza grande festa: il Gruppo Alpini di Calvene offrirà panettone e cioccolata per tutti.
Papa Francesco ha snocciolato, dal 16 ottobre, il mistero di Maria con le parole della preghiera più amata nella conversazione con don Marco trasmessa nel programma ‘Ave Maria’ in onda al martedì sera su Tv2000 e che ha visto un grandissimo seguito anche nelle nostre comunità dell’Altopiano. Dall’incontro, dalle parole e dalle risposte del Papa a don Marco è stato realizzato anche il libro ‘Ave Maria’ di Papa Francesco con don Marco edito dalla Rizzoli e dalla Libreria Editrice Vaticana, uscito in tutto il mondo il 9 ottobre.
“Qualsiasi donna di questo mondo – ha affermato Francesco – può dire ‘ma io posso imitare Maria’, perché è normale. Anche il suo matrimonio verginale, casto, è stato un matrimonio normale: lavoro, fare le spese, fare le cose della casa, educare il figlio, aiutare il marito”.
Il programma, seguitissimo da centinaia di migliaia di persone, nato dalla collaborazione tra il Dicastero per la Comunicazione della
“Ave Maria – ha raccontato don Pozza – è nata spontanea, quasi un naturale seguito della prima tappa col Padre Nostro l’anno scorso. Più che un tributo a Maria, volevamo provare a scrollare di dosso a questa bellissima preghiera la crosta dell’abitudine, il rischio della ripetizione. Averlo costruito in compagnia di tantissime donne, femminilità e maternità sono divenute la grammatica-base del racconto. Papa Francesco, capace di narrare i misteri di Dio con la semplicità dei bambini, con la sua presenza ha arricchito di fantasia e di spiritualità questo grande viaggio fatto sotto il segno di Maria. Non posso che essere grato al buon Dio della sua infinita generosità verso di noi”.
“La santità di Maria – ha aggiunto Papa Francesco – è facile dirla; non capirla ma dirla. È la pienezza dello Spirito Santo in sé. È lo Spirito Santo che la riempì, lei è conseguente con quello”.
Il Pontefice è intervenuto anche sul concetto della “classe media della santità”. “Non è mia. L’ho rubata a uno scrittore francese, Joseph Malègue. È lui che ha osato dire: ‘Lo scandalo e la difficoltà non è capire se Dio esiste, ma capire che Dio si è fatto Cristo’. Questo è lo scandalo. E la Madonna è lì al centro dello scandalo. La santità è al centro di questo scandalo. Tu non puoi capire la santità senza capire questo scandalo: che Dio si è fatto Cristo, cioè unto, uomo come noi”. “Maria”, ha sottolineato ancora il Papa, “era inquieta. E non si può capire la santità senza inquietudine”.
“A casa nostra, Maria è il dodicesimo giocatore in campo, il valore aggiunto del nostro faticare – racconta nel suo sito www.sullastradadiemmaus.it don Marco -; non c’è sera nella quale si spenga la luce senza avere detto la litania di chi nasce con l’accento vicentino: «Madonna di Monte Berico, prega per noi (peccatori)». A Gesù ci sono arrivato tramite Maria: prima ho conosciuto la Madre, poi m’innamorai pazzamente del Figlio. Negli anni pensavo di essere andato fuori strada innamorandomi prima di Lei che di Lui. Il santo di casa nostra, quel Giovanni Bosco tanto amato dalla nonna, m’incoraggiò: «È quasi impossibile andare a Gesù se non ci si va per mezzo di Maria» diceva. Più nessun dubbio: qualora sbagliassi strada, sono in ottima compagnia. Non ero ancora ferrato negli studi di teologia, ma capii – unendo quelle poche scorribande di teologia casalinga e artigianale – che Dio spiana il terreno con anni, decenni d’anticipo: poi, quando arriva, Gli basta un colpo solo ed è fatta. A Nazareth, quella volta, esplose un mortaio, giusto in faccia al Demonio, porco-di-gelosia: «Rallegrati, piena di grazia» (Lc 1,28). A Betlemme, nove mesi dopo, Dio s’inginocchiò per terra: s’affacciò al mondo il Cristo, ch’era sceso per le scale del grembo di Maria. Satana, furioso, impazzì di rabbia. E impazzirà di nuovo, fra pochi giorni, dopo 2018 anni”.
S.P.