Per il suo impegno, per le sue azioni, questa donna che ha avuto il coraggio di mettersi anche contro grandi giornalisti come Paolo De Debbio, attrice e attivista per l’integrazione di rom e sinti ha ricevuto nel 2021 dalla Farnesina il “premio Cidu” per i diritti umani. Il riconoscimento era stato deliberato da un comitato d’onore, presieduto dall’allora sottosegretario di stato per gli Affari Esteri Benedetto Della Vedova e composto da una pluralità di rappresentanti istituzionali, del mondo accademico e della società civile. La motivazione del premio riguardava “l’esemplare attivismo in materia di integrazione sociale”. Sarà Diana Pavlovic, intellettuale e attivista per i diritti umani, la protagonista della Giornata della Memoria a Santorso all’incontro in programma venerdì 26 gennaio alle 20.30 nell’Aula Magna dell’Istituto Cipani di Santorso.
L’appuntamento promosso dall’Anpi sezione Val Leogra, dai Comuni di Santorso, Marano Vicentino e Schio e da Istrevi offre l’occasione per approfondire il tema “Rom e Sinti tra Porrajmos e resistenza”.
Porrajmos è il genocidio programmato per distruggere un intero popolo, la sua cultura e la sua lingua. Questo è stata per gli ebrei la Shoa. Questo è quello che è accaduto ai popoli Rom e Sinti per i quali però si è persa la memoria. L’incontro con Diana Pavlovic è un modo per evidenziare che ricordare significa restituire la dignità di popolo anche ai Rom e Sinti, portando alla luce il contributo che loro hanno dato alla lotta di liberazione dell’Italia.
“Non esiste un ‘problema rom’- ha sempre detto l’attivista Pavlovic, che si è detta “infinitamente riconoscente” nei confronti della Farnesina per il premio ricevuto -. Esiste un problema complessivo di inclusione e riconoscimento delle particolari identità che costituiscono il mosaico culturale e sociale dell’ Italia”.
La storia di Diana Pavlovic
Nasce a Kruševac, nella Serbia centrale, l’11 novembre del 1976 da una famiglia di etnia rom. Vissuta in Serbia fino al 1999, anno in cui si laurea presso la Facoltà delle Arti drammatiche dell’Università di Belgrado, si stabilisce, nel corso dello stesso anno, in Italia, a Milano, dove si sposa ed attualmente lavora. Dal 1995 al 1999 partecipa a diversi Festival Internazionali di Teatro in Iugoslavia, Romania, Bulgaria. Nel 2000 è traduttrice e interprete nello spettacolo Sentiero color cenere, che si rifà a inediti di poesia e prosa appartenenti alla cultura rom. Nel 1999/2000 recita in lingua italiana, in alcune produzioni teatrali per le scuole superiori, materne ed elementari: la favola Il brutto anatroccolo, Il tartufo e Il medico per forza di Molière.
Da ormai diversi anni, la Pavlović promuove la cultura e la letteratura rom, svolgendo anche il ruolo di mediatrice culturale nelle scuole. È stata candidata per il consiglio comunale di Milano nel 2006, nella lista Uniti con Dario Fo, e per il Parlamento italiano nel 2008 nelle file de La Sinistra l’Arcobaleno, non risultando eletta in entrambe le consultazioni.
Nel 2009, invece, si candida senza essere eletta alle elezioni europee nella Lista Comunista Anticapitalista. Si ricandida alle elezioni europee nel 2014 nella lista L’Altra Europa con Tsipras, ma neanche in quest’occasione risulta eletta.
Agli inizi del 2007 promuove con associazioni, comitati, esponenti della società civile la Rete Nopattodilegalità che si propone di contrastare il Patto di legalità e socialità del Comune di Milano che sottopone a un doppio regime legale i cittadini rom[senza fonte].
Nell’ottobre del 2007, attuando uno sciopero della fame contro il Comune di Milano, favorisce la costituzione di un tavolo – che raccoglie le associazioni e il sindacato milanesi – che elabora una piattaforma di intervento sulla questione rom