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Dal Mais Marano al Torcolato: le eccellenze vicentine alla Mostra del Cinema di Venezia

Mais Marano e birra maranea, riso di Grumolo delle Abbassesse, Asiago straveccho, broccolo fiolaro, olio evo della Pedemontana, il dolce la peca del salbaneo, Torcolato e ciliegia di Marostica Igp: ecco i testimonial vicentini di “Cibo da Festival”, che saranno interpreti, fino a sabato, alla Mostra del Cinema di Venezia, delle eccellenze della Terra berica.

“Cibo da Festival” si articola in tre giorni animati dagli agrichef di Terranostra, la rete degli agriturismi di Coldiretti, e dai produttori di Campagna Amica, che serviranno piatti e presenteranno le tipicità locali invitando il pubblico alla degustazione e conoscenza delle bontà del territorio.

In calendario esperienze da gourmet ed una ricca rassegna della biodiversità agroalimentare regionale con eccellenze a km zero.

“Un’occasione straordinaria – commenta Coldiretti Vicenza – per proporre le nostre straordinarie produzioni ad un parterre di grande respiro e per ribadire, ancora una volta, che il cibo è tradizione, ma anche cultura. In questo non possiamo che sentirci giustamente accostati all’arte del cinema e di essere orgogliosi di rappresentare le nostre eccellenze al mondo intero, in occasione della Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia. Sfrutteremo a pieno questa opportunità e faremo in modo che i riflettori siano tutti puntati sui nostri prodotti, per assicurare un’esperienza unica ai visitatori giunti al Lido di Venezia”.

I giovani grandi protagonisti di questo appuntamento. Questa sera all’Hotel Excelsior, nello spazio della Regione del Veneto, sarà presentato il progetto di Coldiretti realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio Venezia e Rovigo dal titolo: “Poeti, registi e contadini… ciak si gira in Veneto”. Tra i protagonisti del filmato proposto dal giornalista Ferdinando Garavello, ci saranno anche numerosi malghesi vicentini, attivi tra la Val Formica e Cima Larici, nella parte settentrionale dell’Altopiano di Asiago, dove la lavorazione del formaggio avviene ancora con metodi tradizionali, senza l’utilizzo di fermenti e senza ricorrere a macchinari.

“Tra le file delle nuove generazioni dell’agricoltura troviamo critici cinematografici, autori, documentaristi, dj e film maker – spiega Marco De Zotti delegato regionale di Giovani Impresa – questa è la prova che i campi sono il posto giusto per coltivare passioni e arte. Il grande attivismo dei giovani in quota fa comprendere la loro chiara volontà di rimanere sul territorio montano, presidiando aree marginali e valorizzando le risorse locali, affrontando con passione le sfide di un lavoro antico”.