Nel giro di un anno ha composto una musica per un film della Disney, diretto la Hollywood Studio Symphony Orchestra a Los Angeles, si è fatto dare due dritte da Mogol, ha preso una pacca sulla spalla dal pluripremiato Alan Menken e ha cenato a casa di Lee Curreri strimpellando quattro accordi con il migliore musicista di ‘Saranno Famosi’.

Niente male per Paolo Agostini, classe 1973, un ragazzo timido, nato e cresciuto a Thiene a pane e musica con l’obiettivo di comporre e orchestrare colonne sonore.  

Un sogno profondo, che ha guidato i passi di ogni giorno in un unico posto: davanti al pentagramma.

Agostini, che cosa significa ‘fare musica’ per lei?

Si comincia ascoltando ogni genere musicale, si continua studiando e si lascia spazio alla passione. Io ho iniziato da autodidatta, spaziando dall’heavy metal alla musica classica e lasciandomi attirare dal melodico, che per la mia indole è il mio genere preferito. Poi mi sono affidato a maestri competenti per imparare la tecnica. Ho studiato tanto, perché per un compositore è fondamentale anche il lato tecnico.

Solo pochi mesi fa era a Los Angeles, negli studi della 20th Century Fox a dirigere la Hollywood Studio Symphony
Orchestra…

Un’esperienza grandiosa. Ho composto e orchestrato la musica di una scena di ‘Cinderella’ di Walt Disney, realizzando il sogno di sempre. Era la terza volta che mi chiamavano per fare un workshop, ma non mi sentivo pronto. Questa volta ho accettato e ho vissuto la più Paolo Agostini3emozionante esperienza della mia vita.

Ce la racconti.

Mi hanno proposto una scena di ‘Conderella’ di Walt Disney. E’ il momento in cui Cenerentola deve andare a palazzo, incontra la fata, si trasforma in una principessa, la zucca diventa una  carrozza e lei sale e inizia la sua favola. Tempo fa avevo composto una musica che ritenevo adatta ad un film Disney. L’ho ripresa, adattata alla scena e orchestrata. Ho diretto la Hollywood Orchestra negli studi della 20th Century Fox, un’orchestra di settanta elementi, cosa posso dire?

Come si è sentito?

Come un calciatore di parrocchia che finisce in Champions League. Ho vissuto un crescendo di emozioni che fatico perfino a descrivere. Mi sentivo come se fossi travolto da un oceano, sentivo la mia musica che prendeva vita intorno a me. Tutte le mie paure sono svanite in un momento e lì ho capito che ce la posso fare.

Aveva paura? Eppure lei ha composto musiche anche per altri film.

Sì, ho un po’ di esperienza, anche con film di un certo livello. Ma lì ero nella ‘Mecca’ del cinema, con produttori che parlavano inglese, ingranaggi legati al mondo della produzione dei film. Metodologie diverse. Ho accettato il workshop proprio per mettermi alla prova, alla fine non pensavo nemmeno di essere scelto. Ero terrorizzato, poi in un attimo il timore è svanito e mi si è aperto un mondo nuovo.

Ha avuto anche la possibilità di conoscere e rapportarsi con personaggi importanti nel mondo della musica…

Paolo Agostini MogolHo vinto una borsa di studio al C.E.T. di Mogol, personaggio di primo piano nella storia della musica italiana. A Los Angeles ho conosciuto Alan Menken, che ha avuto 19 nomination e ricevuto 8 premi Oscar per musiche di Walt Disney. Sono stato a Marina Del Rey, nella casa-studio di Lee Curreri (il Bruno Martelli di Saranno Famosi). Con lui abbiamo ‘strimpellato’ e parlato di musica come vecchi amici. Esperienze importanti, che mi hanno aiutato a crescere e a prendere coscienza delle mie capacità.

Siamo abituati ad ascoltare la musica, ma che cosa significa comporre musica da orchestrare? Come si fa?

Prima di tutto immagino e sento la musica nella mia testa. Mi metto al pianoforte e la sistemo, la rendo reale. Poi la scrivo nel pentagramma. Poi la orchestro pensando a tutti gli strumenti musicali, sempre sul pentagramma. Per farlo, naturalmente devo conoscere le capacità tecniche e  l’estensione delle note di ogni strumento, che suonano con timbri, colori e tecniche molto diversi.

Che musicista è Paolo Agostini?

Un musicista emozionale. Non sono un virtuoso, metto sempre l’anima al primo posto. Mi interessa esprimere le emozioni e ci metto tutto me stesso. Per me la musica è uno sfogo naturale, mi fa stare bene ed è il mio linguaggio.

A chi si potrebbe paragonare?Paolo Agostini - Lee Curreri

Non posso paragonarmi, perché ogni musicista ha le sue caratteristiche e la sua personalità. Mi piace la grandezza melodica di Ennio Morricone, la tecnica e la maestria nel comporre di John Williams (Guerre Stellari e Schindler’s List). Ascolto tutti, ma seguo la mia anima, imparo mantenendo la mia personalità. Studio sempre, la musica è in costante evoluzione. Adoro le grandi orchestrazioni, le atmosfere magiche che creano.

La passione per la musica è nella sua indole o arriva dalla famiglia?

A casa mia c’era sempre l’aria delle grandi opere. I miei genitori ascoltavano molta musica. Mia madre studiava la fisarmonica in tempo di guerra e i tedeschi le hanno sequestrato li strumento, Credo che questo passaggio della sua vita sia cruciale nell’aver trasmesso a me la voglia di fare musica. Lei che improvvisamente non ha più potuto farlo istintivamente ha passato il testimone a me. D’altronde, con un papà nato lo stesso giorno di Mozart, una mamma nata lo stesso giorno di Wagner e un omonimo che componeva musica nel ‘500, poteva essere diversamente?

In Italia ha fatto qualcosa?

Certo. Ho composto musica per ‘Come eravamo’, ‘Terre Rosse’, ‘Oscar’, ‘Il segreto di Italia’, ‘Giorgione, sulle tracce del genio’ e altri film. Ho composto la musica di qualche spot pubblicitario a livello nazionale e realizzato la musica per le presentazioni di scritti dello scrittore Sergio Bambaren. A dire il vero sto accumulando un certo curriculum. Ho anche tenuto seminari in giro per l’Italia.

Qual’è la caratteristica del musicista Paolo Agostini?

Tengo sempre un piede per terra e uno in cielo. Sono concreto, non mi monto la testa, studio e mi impegno con costanza. Ma guardo sempre in alto, sogno e lascio sfogare la mia passione. Bisogna sempre seguire il cuore, sarebbe folle non farlo.

Anna Bianchini

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