Riflettori accesi, occhi del regista puntati, la magia ha inizio. Il cassetto dei sogni si è aperto per Giulia Cervo, 32 anni di Thiene, professione principale insegnate-istruttrice di autoscuola Filippi, nella Lista Benetti lo scorso anno, è stata lanciata nel mondo del cinema. Galeotto fu il provino a Vicenza dello scorso anno, primo della sua vita preceduto da alcuni casting di preselezione per questa fiction, per ritrovarsi poco dopo sul set al fianco di un cast di attori di spicco come Anna Valle, Paola Pitagora, Maria Rosaria Russo e Giuseppe Zeno in “Luce dei tuoi occhi”, serie televisiva in onda in questi giorni su Canale Cinque ambientato a Vicenza. E’ la storia di Emma Conti, ballerina di Vicenza, alla quale è stata rapita la figlia che credeva nata morta. Le puntate raccontano un susseguirsi di intrighi e vicissitudini che la protagonista dovrà affrontare per ritrovare la propria figlia, dopo anni di lunghe ricerche. E così che la thienese ha deciso di mettersi alla prova, riuscendo ad ottenere al primo provino della sua vita il ruolo di caposala infermieri che l’ha impegnata per circa 4-5 scene. Un sogno che diventa realtà. Buona la prima e Giulia tenta nuovamente la strada di attrice, qualche mese dopo, partecipando ad un casting a Bassano del Grappa per il film che ripercorre la storia vera di Tina Anselmi “Una vita per la democrazia”. Piace anche questa volta e la scelgono come figurante speciale nel ruolo di una sedicenne allieva magistrale, una scena d’apertura del film storico, parte delicata, molto intensa ed emozionante. La storia parla di una partigiana di 16 anni, sindacalista in difesa delle operaie, prima donna ministra, Presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2. Per la regia di Luciano Manuzzi, il film è andato in onda su Rai1 martedì 25 aprile. In entrambe le occasioni, Giulia porta con sé la sua famiglia, infatti nella fiction di Mediaset sono presenti come comparse il fratello Marco Cervo nei panni di un Oss, la mamma Francesca Tignola e il papà Giuseppe Cervo come pazienti ospedalieri, mentre per la Rai Marco è un ragazzo partigiano, la mamma è una donna di Chiesa e il papà un dirigente politico della democrazia cristiana. La famiglia al completo si lancia quindi in questa nuova avventura entusiasmante, anche se a dirla tutta è solo il fratello Marco a voler proseguire in questa nuova impresa cinematografica. “Ho sempre avuto la passione per la recitazione. – afferma la giovane attrice – Ho dovuto accantonare questo sogno perché sembrava lontano e impossibile. Quando a vent’anni ho terminato gli studi, mi sono resa conto che non sarebbe stato facile diventare attrice, così ho lasciato perdere e sono andata avanti con la mia vita. Ora fortunatamente i tempi sono cambiati, il cinema si sta sempre di più avvicinando nelle nostre zone e sta portando anche tanto lavoro.” Determinazione, volontà e pazienza: tutte doti vincenti che le hanno permesso di essere uno dei nuovi volti emergenti dell’alto vicentino. “Sono state entrambe esperienze fantastiche anche se diverse. Nella prima ho avuto sin da subito l’onore e la fortuna di lavorare con attori illustri. Sul set il clima era disteso, si rideva e scherzava. Inoltre ho avuto sempre supporto, collaborazione, calore umano. Anna Valle e Paola Pitagora ad esempio mi sono state molto vicine, mi hanno dato ottimi consigli e mi hanno spronata a continuare per questa strada. Nella seconda esperienza, trattandosi di un film storico con situazioni accadute veramente, sul set c’era un clima più serio, avevamo un certo rispetto per i ruoli che interpretavamo, sentivamo una certa responsabilità verso il pubblico e verso quella storia. Ho avuto una piccola parte ma per me è stata una grande scuola, immedesimarmi in quel ruolo e vivere quella scena non è stato facile anche a livello emotivo.”. Un grande inizio che prospetta un futuro nel mondo del cinema promettente. Dopo aver assaporato il set, Giulia è intenzionata nel proseguire con un percorso di studi nell’ambito della recitazione, inseguendo le emozioni che questo lavoro le permette di vivere: “Per me recitare significa comunicare, arrivare alle persone con la parola, cosa che faccio ogni giorno con il mio lavoro. Lavorare con i ragazzi, aiutarli a raggiungere l’obiettivo di prendere la patente di guida mi mette nella condizione di essere molto paziente e di entrare in sintonia con l’allievo. Non ho studiato recitazione, inizierò a farlo. Penso che in me i registi abbiano visto il connubio tra il mio lavoro, ossia l’insegnamento, e la recitazione, forse è per questo che mi hanno scelta. Penso che per essere un bravo attore ci sia un profondo studio interiore, di adattabilità alla situazione che si viene a creare, ed è ciò che mi piace, sfidarmi ogni giorno e superarmi.” Nonostante possa sembrare già ‘troppo grande’ per iniziare a recitare, la sua storia dimostra che se si vuole ottenere davvero qualcosa e lo si vuole con tutto il cuore, non ci sono anni che tengano né pregiudizi. Nel suo caso, come lei stessa ammette, complice lo è anche la sua età scenica, più giovane rispetto ai suoi 32 anni: “Per la scena del film di Tina Anselmi, dove ho interpretato una sedicenne, tutto il gruppo aveva 23-24 anni. I miei colleghi credevano fossi una loro coetanea. Sicuramente è un punto a mio favore, sono consapevole di partire tardi con la recitazione, ma sapere di avere un’età scenica più giovane mi permette di essere più versatile e poter avere diversi ruoli.
Laura San Brunone
Video:
Link alternativo video: trim.8540623B-55A8-4BFD-B075-12153CB10417
Fotogallery: