L’appuntamento è anche per questa domenica alle 8.45 su Canale 5 con la seconda puntata de ‘Il discorso della montagna – Storie di beatitudini’, la nuova docuserie condotta dal sacerdote originario di Calvene, don Marco Pozza, 43 anni il prossimo 21 Dicembre, da undici cappellano instancabile del carcere di massima sicurezza ‘Due Palazzi’ di Padova.
Il programma è prodotto dalla bergamasca Officina della Comunicazione con il sostegno di UniCredit e diretta da Mons. Dario Edoardo Viganò e Luca Salmaso. Nove puntate fino al 18 Dicembre prossimo, la domenica prima di Natale, ognuna delle quali racconta la storia di donne e uomini che hanno sofferto ma non si sono rassegnati, e combattendo hanno trovato il modo per risollevarsi. I protagonisti hanno intravisto un senso nella loro vita, spesso grazie a incontri con persone che li hanno accolti senza pregiudizi, per aiutarli a diventare quello che sono oggi.
Un testo di Giovanni Verga, letto dall’attrice Giulia Fiume, è l’ispirazione per la scoperta della Sicilia, cornice di tutte le storie, mentre don Marco Pozza guida il racconto dei nove ‘beati’. “Non volevo passassero in sordina i cent’anni dalla nascita di Verga: il suo mondo dei ‘vinti’ è un mondo che, in questi anni, rivedo e rileggo nel volto dei detenuti con i quali vivo nel carcere di Padova”, dichiara don Marco Pozza. “L’idea, dunque, era quella di rileggere il più celebre ‘elogio dei vinti’ della storia, ovverosia le Beatitudini, abitando la città stessa del Verga, quella Catania fatta di chiaroscuri dove la bellezza e la disperazione combattono ogni giorno una dolorosa battaglia”.
La seguitissima prima puntata di domenica scorsa – 650 mila spettatori, con uno share del 10% – ha visto come protagonista Alice Quattrocchi, la 16enne della ‘Generazione Green’ con la vocazione per l’ambiente; ha cominciato a scrivere un blog, si è messa in contatto con ragazzi del movimento internazionale ‘Fridays for future’ e si è prodigata nella promozione di iniziative locali.
La seconda puntata di domenica 30 ottobre, che prende spunto dalla beatitudine di Gesù ‘Beati gli operatori di pace’, avrà come protagonista Karamo Ceesay: ha 26 anni ed è un giovane gambiano giunto in Italia 8 anni fa. La sua non è stata un’infanzia facile. Per cercare miglior fortuna ha tentato quello che è conosciuto ai più come ‘viaggio della speranza’. Dopo aver attraversato il deserto ed essere salito a bordo di un gommone bucato è stato imprigionato negli infausti campi di detenzione libici. Lì ha subito ogni tipo di tortura. Arrivato poi nel centro di accoglienza Cara di Mineo, ha potuto studiare e sperimentare un vero clima di accoglienza e stringere nuove amicizie. Oggi è sposato, ha un bambino e ha imparato dall’Europa il valore della Pace e dell’accoglienza. È impegnato nell’accogliere i profughi e nella sua attività di mediatore per tutti coloro che hanno necessità di orientarsi, oltre che occuparsi dei senzatetto servendo loro pasti e sostegno.
di Redazione AltoVicentinOnline
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