Francesco Vidotto sorride chiudendo gli occhi. Da questo capisci due cose: che la montagna fa bene e che i suoi personaggi alla fine, per quanto sgangherata sia stata la loro vita, avranno la rivincita e saranno felici.
Si è conclusa venerdì sera a Villa Giusti Suman di Zugliano la rassegna ‘Autori in villa 2015’, che dopo avere avuto come protagonisti Luca Valente e Umberto Matino, questa volta ha portato in città lo scrittore di Tai di Cadore, vincitore del premio ‘Cortina d’Ampezzo’ per la letteratura di montagna.
Accompagnato dalla chitarra di Antonio Antico, ha presentato ‘Oceano’, il suo ultimo romanzo scritto dopo che un compaesano gli ha suonato il campanello chiedendogli di scrivere la sua storia prima che il suo cervello, malato di demenza senile, si spenga per sempre, portando nella tomba la storia (vera) di una vita incredibile.
Vidotto, preferisce parlarci di lei o di Oceano?
Oceano è un vecchietto che vive a Tai di Cadore. Come dice lui stesso, si chiama Oceano, ma non ha mai visto il mare. E’ nato in un carretto ed è stato abbandonato. Ha vissuto una vita senza amore eppure è stato capace di sentimenti assoluti. Un giorno ha suonato al mio campanello sapendo che sono uno scrittore e mi ha chiesto di scrivere la sua vita, perchè lui stava perdendo la memoria. Una vita intensa, il classico esempio di realtà che supera la fantasia. Questo è l’inizio della sua storia, la fine si trova nel libro.
Si inizia dal personaggio quindi e ogni suo personaggio dice nell’incipit ‘questa è la mia storia’.
Uno scrittore deve saper restare dietro i suoi personaggi. Sono loro che entrano nella vita del lettore, sono loro che con le loro vite danno esempi o lezioni, positivi o negativi. Quando un personaggio funziona, spesso si dimentica l’autore. Ad esempio, tutti conoscono Tarzan, ma ben pochi sanno che a scriverlo è stato Edgar Rice Burroughs. I miei personaggi si presentano e invitano il lettore a sedersi in poltrona mettendosi comodi. E poi si raccontano.
Se i protagonisti sono i personaggi, l’autore che cos’è?
L’autore non è altro che un restauratore che con la penna rinnova e rende ‘immortale’ la storia di qualcun altro. Lo scrittore racconta storie quando nessuno le cerca più. Un libro non è mai solo dell’autore, è per metà del lettore. Chi scrive ha una grossa responsabilità, deve lasciare a chi legge lo spazio per sognare e immedesimarsi a modo suo.
Ci faccia un esempio.
A me non piace dare troppi dettagli. Non mi piace descrivere gli occhi di una donna come ‘azzurri’ o ‘scuri’. Preferisco descrivere l’emozione che suscitano. Dicendo ad esempio ‘erano gli occhi che stavo aspettando’. Sarà poi il lettore a vederli come vuole, in base all’emozione che riceve.
In effetti è così. Più difficile è il percorso, più bella la conquista. Chiunque vada in montagna sa che dopo un cammino difficile, la vetta sarà meravigliosa. A volte, quando si sale sui monti, ci si chiede ‘chi me l’ha fatto fare’, si vorrebbe tornare indietro ma non si può, ci si vorrebbe fermare. E poi, quando ce la fai e ti ritrovi in alto, alla fine della fatica, ti rendi conto di quanto meraviglioso sia stato il camminare faticando e dopo settimane lo descriverai come il percorso più bello fatto finora.
Dopo una laurea in economia e un ruolo da manager, lei ha mollato tutto e si è trasferito nel Cadore.
Ho pensato che preferisco avere nel taschino un paio d’ore libere che il portafogli gonfio. Il tempo passa, dobbiamo tenerci del tempo per vivere, fare quello che ci piace, stare con gli amici o con le persone che amiamo. Nella vita si può comperare tutto, ma nessuno può comperare un’ora in più.
E’ più importante leggere o vivere?
Per uno scrittore è più importante leggere. Leggendo si vivono le storie ma si imparano anche stili diversi. Se uno scrittore legge un solo libro e poi scrive, il suo libro assomiglierà a quell’unico libro che ha letto. Se invece legge tanto, potrà scegliere e allora arriverà ad elaborare il suo stile personale. Uno scrittore è responsabile del tempo dei suoi lettori, non lo deve sprecare.
Che cos’è la scrittura e che cos’è un libro?
La scrittura è come il ‘macro’ di una fotografia. Mette a fuoco i dettagli, racconta gli odori, suscita emozioni, dà vita a personaggi. Un libro è questione di tante cose: di spazio, di tempo, di musica, di esperienza. Ma soprattutto, è una questione d’amore.
Anna Bianchini