Uno straordinario Solenghi, nei panni del
villano e “càncaroRuzante ha aperto la XXXIII stagione teatrale Thienese che fino all’8 novembre vedrà in cartellone lo spettacoloMoscheta, scritto nel ‘500 dal padovano Ruzante al secolo Angelo Beolco. Ruzante è stato attore-autore, sottovalutato al suo tempo al limite del disprezzo, soprattutto perché portava in scena il quotidiano, la gioia e la disperazione della gente comune, l’ipocrisia e la spocchia dei potenti, la costante ingiustizia.
E questi sono i temi che ritroviamo nella commedia, tutta in dialetto veneto-moscheto, che prende il nome dal “parlar moscheto“, nome dialettale della lingua più raffinata dei furbi ed imbroglioni. Si contrappone al dialetto contadino padovano in genere usato dal Ruzante per esprimere la vitalità, la robusta e naturale sensualità, la commistione di astuzia, rozzezza e dabbenaggine del mondo contadino.
La trama narra della bella Betìa, amante del provinciale Menato, ancora innamorato di lei, e invaghita dal rozzo soldato Tonin, ma sposata con il Ruzante. I tre uomini per averla inscenano inganni, vendette e bravate. La donna, con destrezza mista ad una falsa innocenza, aggirerà tutto a suo favore, passando nel letto dei tre uomini e riuscendo a tenersi il marito sempre più innamorato di lei.
La produzione del teatro stabile di Genova con la regia di Marco Sciaccaluga vede interpreti teatrali di prim’ordine e noti anche per la loro frequentazione televisiva come Tullio Solenghi ( del famosissimo trio Marchesini Lopez Solenghi), nella parte di Ruzante e Maurizio Lastrico( il poeta che recita a Zelig) nel ruolo di Menato;il soldato Tonin è interpretato da Enzo Paci e la “femenaBetia” da Barbara Moselli.
A pochi minuti dall’apertura del sipario abbiamo scambiato qualche battuta con il protagonista della commedia Tullio Solenghi:
 
Prima volta al teatro di Thiene?
 
No, sono già stato qui alcune altre volte in passato; guardi qui, gli organizzatori gentilmente non mancano mai di farmi trovare in camerino le locandine dei vecchi spettacoli. Davvero carini…
 
Thiene, il suo teatro. Come le sembra?
 
Thiene è una cittadina molto carina, il centro storico è bellissimo, poi qui è tutto ordinato, pulito, e poi il teatro… …davvero una stagione teatrale di grande spessore. Per un teatro non di una grandissima città, com’è Thiene mi hanno sorpreso positivamente anche le tre repliche in cartellone per il “Moscheta”, commedia classica, ma non così semplice come può apparire.
 
…ci spieghi meglio. Ci può dare, in due battute una chiave di lettura del “Moscheta?
 
Beh.. Moscheta è una commedia in cui i personaggi, dei rozzi villani della padovana, seppur trasferiti in città sono dei personaggi semplici, privi di sfaccettature psicologiche specifici, che saranno invece tipiche del teatro di secoli successivi,in cui l’aspetto più bello è la poesia dei personaggi seppur nell’espressione dei loro sentimenti che sono tagliati con la scure. Il motore della commedia sono i sentimenti umani, quali l’avarizia, codardia, la gelosia ma soprattutto l’amore, raccontato con lo stile e la lingua del Ruzante: il pavese!
 
…il dialetto venetopadovano del cinquecento…
 
 
Si, anche se magistralmente riadattato dallo specialista ruzantiano Gianfranco De Bosio. Lavoro indispensabile per renderlo comprensibile agli spettatori di oggi. L’opera di Beolco, Ruzante fu molto sottovalutata anche a causa dell’uso del “dialetto”, solo successivamente anche a seguito delle traduzioni e delle messe in scene all’estero si capì la grandezza del suo teatro, in cui la lingua usata, diventa uno degli elementi portanti, tanto che lo stesso Nobel Dario Fo considera il Ruzante come un dei suoi autori d’ispirazione più importanti.
 
Ha avuto difficoltà ad adattarsi al dialetto?
 
Per la verità l’uso dei dialetti, anche se per il veneto parlerei più propriamente di una vera e propria lingua, è sempre stata una mia passione, e gli ho sempre un po’ utilizzati nel mio lavoro. Mi dispiace un po’ che nella vita moderna si stiano perdendo queste lingue regionali.
 
Lei è noto al grande pubblico per essere anche personaggio televisivo. Che rapporto c’è tra teatro e tv?
 
 
Io nasco come attore drammatico di teatro, poi con il tempo ho sviluppato una certa mia attitudine alla comicità soprattutto in TV. Tuttavia, anche negli spettacoli televisivi che ho fatto, anche con il trio ( Marchesini e Lopez), c’era molto teatro.forse quella però era un’altra TV rispetto a quella di oggi.
 
PerchéC’è un po’ della volgarità di Ruzante nella TV di oggi?
 
No niente affatto! La volgarità di Ruzante è intrinseca nei personaggi e nelle vicende in cui essi sono coinvolti. E’ la rappresentazione di una parte della società del tempo, ma è funzionale per raccontare con la voce dei semplici sentimenti universali. Nella TV di oggi purtroppo molto spesso c’è la volgarità fine a se stessa.
 
 Alberto Brazzale
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