Tre storie di corna e tradimenti, intrighi e inganni della provincia veneta bigotta e chiusa: sono gli episodi che compongono il celebre film Signore e Signori di Pietro Germi, Palma d’oro a Cannes nel 1966 e David Donatello per la miglior regia. Gran successo di pubblico per la validissima ora come allora, pellicola che è una satira feroce sull’ipocrisia tipica della nostra Italia nella stagione del boom economico, che racconta, dalla prospettiva di una piccola città, una realtà che riguarda l’intero paese, costruita come un romanzo corale articolato in un trittico di storie che coinvolgono lo stesso gruppo di personaggi.
Da questo capolavoro cinematografico della commedia all’italiana, nasce lo spettacolo teatrale Signore e Signori, nuova produzione della Compagnia Theama Teatro di Vicenza, con la regia di Piergiorgio Piccoli, rappresenta l’evento teatrale della stagione. Stasera, ultimo appuntamento.
“E’ un progetto – precisa il regista Piergiorgio Piccoli – che sulla carta poteva risultare complesso. Siamo arrivati alle prove con le idee chiare ed un risultato coerente con lo spirito di Germi. Ho lavorato con un ottimo gruppo di attori veneti e questo è sicuramente motivo di onore e di orgoglio. E’ la produzione di una piccola Compagnia di attori che porta in scena ben 12 personaggi, una dimostrazione di grande coraggio in questi tempi di scarse risorse economiche”.
Una produzione significativa per Theama Teatro, che ha voluto affrontare l’allestimento di una commedia sul Veneto, col sostegno dell’Amministrazione Comunale di Thiene, avvalendosi di un cast formato unicamente da attori veneti, che lavoreranno al fianco dell’archetipo per eccellenza dell’attore veneto, Natalino Balasso, nel ruolo, tra gli altri, che fu di Gastone Moschin, ovvero il ragionier Bisigato.
Natalino Balasso è attore, comico e autore di teatro, cinema, libri e televisione ed è anche creatore e interprete di apprezzati video comici a sfondo sociale per Youtube. Collabora inoltre con il Fatto Quotidiano.it. Con lui, in scena anche Aristide Genovese, Anna Zago, Paolo Rozzi, Andrea Pennacchi, Silvia Piovan, Valerio Mazzucato, Angelo Zampieri, Anna Farinello, Sara Tamburello, Max Fazenda, Piergiorgio Piccoli.
Il debutto, in prima nazionale, al Teatro Comunale di Thiene martedì 19 marzo alle ore 20.45 (con repliche mercoledì 20 e giovedì 21 nello stesso orario). Le serate sono promosse in collaborazione con il Comune di Thiene – Assessorato alla Cultura. In calendario anche repliche ad Arzignano e a Treviso.
“La Città di Thiene – dichiara Maria Gabriella Strinati, Assessore alla Cultura – è stata orgogliosa di ospitare la prima nazionale di un lavoro così importante, tra l’altro una delle opere migliori per capire il Veneto e lo spirito della sua provincia. Apprezziamo l’attività produttiva di Theama Teatro, che ancora una volta si conferma una delle realtà teatrali di maggiore vivacità e professionalità del territorio, con produzioni di altissima qualità e valenza artistica. Sono certa che l’importanza del lavoro che verrà proposto al Comunale tra qualche giorno incontrerà il successo di critica e di pubblico che merita” .
Della sceneggiatura di Pietro Germi e Luciano Vincenzoni, Aristide Genovese e Piergiorgio Piccoli, nella loro versione teatrale, hanno mantenuto lo spirito mordace e la comicità degli intrighi e dei tradimenti, fatta di festini e baccanali, soldi e vizi che in provincia non tramontano mai. In un’imprecisata cittadina veneta (che è poi Treviso) si svolgono le vicende di una compagnia di commercianti e professionisti della media e alta borghesia, che dietro un’impeccabile facciata di perbenismo, nasconde una fitta trama di infedeltà amicali, adulteri e vendette.
Anche se descrive l’Italietta ipocrita e moralista degli anni ’60, il film oggi è lo specchio in cui cercare un pezzo della propria anima, che si è fermato proprio là, in quell’attimo prima che tutto cambiasse. Ma i bravi “signori” non cambiano mai, mantengono sempre la loro facciata rispettabile, anche se nasconde una realtà di inganni scanditi dai pettegolezzi di piazza. In questo impietoso ritratto della provincia veneta, dove la realtà viene raccontata con la crudeltà del moralista che non ha tenerezza per nessuno e con la ferocia del grottesco, sopravvive l’anima del nostro territorio, godereccia ma perbenista, tratteggiata con sapiente satira e ironia da uno dei più grandi registi italiani. Tre storie di corna in una cattolicissima cittadina veneta dove ognuno pensa ai fatti degli altri e dove i tradimenti sono la regola, anche se il divorzio non c’è ancora e probabilmente non servirebbe a niente. Uno spaccato quanto mai attuale, un ritratto della nostra terra e della nostra gente che ha segnato un’epoca, delineando aspetti del costume, oggi modificati solo in apparenza.
Lo spettacolo prodotto da Theama Teatro nasce con l’intento di ritrovare quel genere che la Commedia all’italiana ha ben interpretato e rappresentato durante gli anni ‘50 e ‘60, cioè non soltanto una commedia brillante, condita con contenuti di satira di costume e amarezza di fondo, ma una nuova commedia italiana, che sappia rispondere e corrispondere alle aspettative, ai pensieri e al costume di questo nostro pubblico-società in profonda crisi economica e spirituale.
Signore e Signori oggi quindi diventa paradigma, specchio, preludio di una storia che solo in parte è “storia di ieri”. Gli eredi del ragionier Bisigato, che voleva buttarsi dalla torre civica pur di stare con la bella Milena e non tornare dalla moglie arpia, anche se oggi si divertono in altro modo, meno ruspante e più estremo, ne mantengono comunque ancora vivi alcuni tratti. Quei tratti contrastanti di vizio e ingenuità, di godereccio perbenismo, di naturale semplicità, che abbiamo imparato ad amare come tratti caratteristici dell’italiano e del veneto nello specifico.
La messinscena è ambientata nella stessa epoca della pellicola e il testo è il più possibile corrispondente alla sceneggiatura cinematografica, pur con garbate attualizzazioni, considerato che l’intreccio è ancora oggi di un’originalità e di una comicità che finora non hanno trovato pari nelle produzioni cinematografiche ambientate nel territorio veneto.
Gran parte del compito di offrire al pubblico un momento di divertentissima e originale teatralità è affidato agli attori, fra cui Natalino Balasso svolge un ruolo centrale in ogni episodio, che sapranno incarnare gli atteggiamenti, le abitudini e le piccole manie degli indimenticabili personaggi del film, senza però rinunciare a una personale interpretazione di alcuni aspetti della caratterizzazione. La scena fornirà una prospettiva simbolica, ma ampia e variegata, della piazza della provincia veneta, mescolando tradizione e ricerca, disegnando la mappa di una “piazza-casa-strada” antica e allo stesso tempo nuova, capace di farsi luogo, spazio, realtà e simbolo della vita collettiva, del costume e della mentalità di una società che, pur nella sua evoluzione, è in perpetuo rimando tra passato e presente.
di Redazione Thiene on line