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Schio.Torna a rivivere il teatro Civico

2004-2014: dieci anni di percorso per permettere ad un teatro di aprirsi nuovamente alla città. Dieci anni di cantiere di idee e di cantiere reale.

Questo percorso ha permesso la riabilitazione del Teatro Civico di Schio, inaugurato 
nel 1909 e chiuso da oltre 50 anni.

 

Nel 2003 Marco Paolini sceglie il Teatro Civico abbandonato per girare i cinque monologhi andati in onda nella trasmissione “Report”. L’attore stabilisce un profondo rapporto con il Teatro che lo motiva a scrivere una lettera aperta per l’eventuale restauro: “Credo che la conservazione del Teatro Civico nello stato più vicino a quello attuale offra al teatro italiano qualcosa di assolutamente unico con cui confrontarsi… Non è un capriccio quello di non farlo “uguale” a mille altri per avere di nuovo un teatro importante”. Con questo stimolo l’Amministrazione Comunale di Schio decide di nominare una commissione che studi il restauro, composta non solo da tecnici e architetti ma anche da un registra teatrale come Gabriele Vacis. L’intuizione della commissione di aprire alla città il Teatro nel suo stato di abbandono porta nel 2005 alla nascita di Lotto Zero, una progetto teatrale per 99 spettatori alla volta ai quali, assieme agli artisti(ricordiamo Gabriele Vacis, Ottavia Piccolo, Daniela Nicosia e le compagnie del territorio) e ai tecnici era affidato il compito di individuare e condividere Ia modalità di intervento del restauro. Questo progetto scatena nei cittadini, negli artisti e nei tecnici una straordinaria passione, ne cambia la percezione della bellezza e fa innamorare della rovina. “Entrare nel Civico in rovina suscitava un’emozione straordinaria, che annullava il senso comune della bellezza; chiunque abbia avuto tale esperienza si è augurato che tutto restasse così com’era” così spiega l’architetto Valeriano Pastor -direttore artistico dei lavori – l’atmosfera di quell’esperienza.  Emerge con forza che il restauro debba essere “riabilitazione”, mantenendo il più possibile l’anima del luogo, il genius loci. Nel frattempo vengono studiate le caratteristiche del terreno, verificate le strutture e i materiali, indagato lo stato di conservazione delle decorazioni, eseguito il rilievo della struttura, approfondita la ricerca sto­rica. Ma resta fondamentale il percorso di conoscenza che ha posto in rapporto il Civico di Schio con il fare teatrale tra attore e spazio, tra pubblico e attore. Lotto Zero prosegue poi con Lotto Uno fino a dare il via, nel 2009, al cantiere di restauro. Il restauro viene finanziato dal Comune di Schio, dalla Fondazione Cariverona e gode del contributo del Ministero dei beni e delle attività culturali e della Regione del Veneto. 
Cosa vedrà lo spettatore che il 29 marzo 2014 entrerà a teatro? Il teatro mantiene le medesime caratteristiche ma trova aumentate tutte le potenzialità funzionali adeguate alle esigenze del contemporaneo e alla multifunzionalità. Si è reso fondamentale fermare lo stato di degrado in cui si trovavano gli stucchi, i dipinti e le decorazioni, non per amore della rovina ma con l’intento di dar maggior valore alla memoria. Il teatro è dotato di tutti quegli elementi tecnici tali da permettere delle buone condizione abitative. La “macchina teatrale” è stata dotata di tutte le potenzialità funzionali adeguate però alle esigenze del contemporaneo. E’ stata rispettata la necessità di una grande flessibilità dello spazio per permettere ad ogni tipo di evento di trovare casa al Civico di Schio. Sono stati ricavati due volumi interrati: nel primo sono allocate tutte le centrali tecnologiche relative agli impianti meccanici ed elettrici e nel secondo trovano deposito gli apparati scenotecnici e le sedute amovibili. E’ stata realizzata una nuova graticcia ed una passerella aerea tesa tra le barcacce oltre l’arco scenico. Il carattere contemporaneo dello spazio teatrale è stato marcato con l’impiego di cromie e di tecniche proprie del moderno. Il grigio del soffitto ha una identità che integra il dispositivo cromatico dell’origine; è grigio antracite (come una notte senza luna con riflesso delle luci lontane della città), è cioè composto da grigio-fumo e porpora, che porta il calore del rosso cupo e del grigio chiaro e freddo. L’intero complesso teatrale è stato adeguato alle normative di sicurezza. Ogni scelta operata, dalle prime fasi progettuali alle scelte di dettaglio successive, ha cercato di non scostarsi mai troppo dagli obiettivi fissati in partenza.

Quindi il Teatro Civico  torna alla città così come la città ha sognato di volerlo: semplice ed efficace.  Pieno di spazio vuoto e dove possono convivere pubblici diversi. Un testimone attivo del tempo cui è affidata la cura della nostra contemporaneità.

Il progetto di riapertura nasce dal lavoro congiunto del Comune di Schio e della Fondazione Teatro Civico. I criteri che hanno guidato le scelte sono gli stessi che hanno animato l’intero percorso.  Se da un lato si pone come protagonista la musica (l’anima storica del Teatro Civico) dall’altro si porta in palcoscenico la città e i suoi talenti. Nel filo rosso che collega tutte le iniziative incontriamo come protagonisti: l’Orchestra dell’Accademia Musicale di Schio, Coralità Scledense, le compagnie teatrali territoriali e le giovani formazioni teatrali venete (finaliste del Premio Off del Teatro Stabile del Veneto). A fianco a queste andranno in scena  ospiti di indiscussa professionalità della scena contemporanea.  Nel concerto sinfonico di apertura (29 marzo) a fianco dell’Orchestra dell’Accademia Musicale di Schio si esibiranno solisti prestigiosi, quali: Domenico Nordio (violino), Maja Bogdanovich (violoncello) e Pietro De Maria(pianoforte). Il secondo concerto, “Dar Gasang Bon Dar Eerde”, (11 aprile) musiche del maestro Giovanni Bonato vede la partecipazione di Julius Berger e Hyun-Jung Berger (violoncello), di Davide Zaltron (viola) e di Eugenia Corrieri(soprano). In scena i cori territoriali (Coenobium Vocale, Ensemble La Rose e Coralità Scledense). I primi due concerti sono diretti da Filippo Maria Bressan. Protagonista del terzo appuntamento (16,17,18 aprile),  in prima nazionale, Patrizia Laquidara che per la prima volta canta accompagnata dall’orchestra; arrangiamento e direzione di Alfonso Santimone.  A fine aprile le cinque compagnie territoriali (Attori in prima linea, Giocateatro, Le ore piccole, Schio Teatro 80 e i Viaggiatori della Luna) condurranno gli spettatori in un percorso teatrale itinerante la cui direzione è stata affidata all’attore e regista Mirko Artuso.  I tre appuntamenti di maggio sono dedicati al pubblico giovane con i finalisti del premio Off del Teatro Stabile del Veneto: il primo appuntamento è li 9 maggio con Marta Dalla Via in scena con un testo di Tiziano Scarpa. Il progetto termina a giugno (7 e 8 giugno) con un concerto lirico dedicato a Madama Butterfly, curato da Daniele Nuovo con protagonista Takako Okazzaky (soprano) e il 9 giugno, anniversario storico dell’apertura del teatro, è sempre affidata a Daniele Nuovo la conduzione di un racconto-concerto: “Una civica passione” dedicata alla storia del Teatro Civico, Gerardo Felisatti al pianoforte.

Sono stati necessari solo dieci anni per permettere a questo teatro glorioso ed antico di tornare in vita. Il desiderio che il Civico di Schio trovi adesso la propria identità nel sistema teatrale cittadino si è avverato. Molto è stato fatto in questo decennio perché il talento e la passione trovassero casa, ciò rende esplicito come la cultura sia motore e divenire per la città. Il ritorno del  Civico di Schio dice, in assoluta controtendenza,  che il domani si costruisce oggi, consegnando all’intergenerazione (cioè a tutti, ad ogni età) valori solidi (e processi liquidi, immateriali) nella comune certezza dell’importanza dell’azione culturale, dalla più piccola alla più grande.

di Redazione Thiene on line