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Schio. Cioni: “Da esasperazione a rassegnazione, per il 9 dicembre ci vogliono leader veri”

“Siamo partiti con la marcia su Roma e siamo arrivati ad accettare il marcio su Roma”. Il commento di Alex Cioni, coordinatore scledense di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, non lascia spazio all’immaginazione e si riferisce ai presidi iniziati il 9 dicembre 2013 e che nel 2014 sembrano non trovare più lo stimolo e la spinta per ‘sfondare’ il muro di gomma che governa la capitale.

 

“Dall’esasperazione alla rassegnazione, questo è il sentimento che percepisco – ha commentato Cioni – A un anno dai presidi iniziati nel 2013 e che hanno bloccato il traffico e promesso ‘rivolta popolare’ rimane oggi solo la sensazione amara che nulla possa cambiare e che Matteo Renzi sia l’unica ancora di salvezza a cui aggrapparsi”.

Secondo Cioni, il problema del flop del movimento 9 dicembre è la carenza organizzativa e la mancanza di punti di riferimento concreti e di uomini coordinati nelle azioni.

“Ci sono individui che si improvvisano capi-popolo – ha detto Cioni – ma hanno tanta confusione sulle linee guida da seguire e improvvisano spontaneamente. Oggi non bastano le condizioni sociali ottimali per fare una ‘rivolta’ ma serve una strategia chiara rappresentata da uomini guida che siano capaci di intercettare e incanalare la rabbia delle persone”. Meglio lasciar perdere quini e continuare a lamentarsi davanti alla tazzina del caffè? Secondo Cioni sì, perché la rabbia sembra non bastare più nemmeno a sé stessa.

“Gli attori sono in parte cambiati ma non è cambiata la sostanza delle cose – ha sottolineato – Andrò a visitare i presidi vicentini per cogliere gli umori dei partecipanti, i quali hanno il merito di aver compreso che bisogna salvare l’Italia intera, non solo il Veneto. Purtroppo – ha concluso – questa edizione del 9 dicembre si riduce a un semplice sfogo che ci fa capire che invece di discutere della ‘Marcia su Roma’ per andare a prendere per gli stracci i tanti buffoni che impoltroniscono nei palazzi del potere, siamo arrivati a tollerare assistendo impotenti al marcio su Roma”.

 

Anna Bianchini