La chiesa di San Cristoforo a Cogollo del Cengio, più che una parrocchiale, assomiglia a un Duomo per le sue dimensioni e la sua ampia navata. Eppure, da quando è iniziata la Quaresima, il mercoledì sera si fatica a trovare un posto nei banchi. E di posti ne tiene oltre mezzo migliaio… C’è anche chi arriva da Bussolengo, nel veronese, e chi dalla città di Padova, chi da Lastebasse, al confine col Trentino, e chi dall’asolano nel trevigiano.

 

Sarà così anche stasera alle 20.30 per la quinta e ultima lectio divina, una riflessione sulla parola di Dio, tenuta da  don Marco Pozza, il 34enne cappellano del carcere di massima sicurezza “Due Palazzi” di Padova, da due anni e mezzo (da quando è arrivato lui, ndr) con le porte “aperte” a tantissimi giovani, parrocchie e preti della diocesi patavina.

Stasera il “prete di periferia” originario di Calvene mediterà i primi diciotto versetti del capitolo 20 dell’evangelista Giovanni che raccontano la storia di Maddalena, la peccatrice. ‘La storia di Maddalena – ci anticipa don Pozza – inizia chissà dove: tra corpi e lenzuola, tra feste e dissipazioni, tra oscurità e nostalgie. Ma cosa importa: ciò che conta è tenere memoria di dove finisce, in mezzo a un giardino, di fronte ad un dio che confonde col giardiniere. Ch’era forse la più sincera delle sue confusioni di donna: quell’Uomo aveva fatto della sua vita sgangherata un giardino per il mattino di Pasqua’.

A dir poco soddisfatto il parroco di Cogollo del Cengio, don Luigi Gatto: ‘Il titolo del nostro percorso quaresimale portava l’idea del gusto di Dio: don Marco ci ha fatto letteralmente masticare e gustare in profondità queste cinque pagine della Sacra Scrittura con la sua grande freschezza teologica e umana’.

Stasera, nella parrocchia ai piedi del Cengio, non mancherà di certo un ricordo per Costantin Niculau, 60 anni, rumeno, detenuto al carcere dove lavora don Marco, ora ricoverato in fin di vita in terapia intensiva del policlinico universitario dopo essere stato pestato e ridotto in fin di vita da altri detenuti. La sua vita, come quella della Maddalena, chiede di poter diventare un giardino di nuovo. Magari per la mattina di Pasqua.

 di Redazione thiene on line

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