1923 nasce il Gruppo Alpini di Piovene Rocchette. Tutto prende vita tra i tavoli della trattoria ‘Alle vasche’ dell’Alpino Francesco Nardello ‘Chichi’, dove i reduci piovenesi si scambiavano ricordi e momenti vissuti in trincea. La storia secolare delle Penne Nere piovenesi, raccolta e documentata nel libro “Cento anni del Gruppo Alpini di Piovene Rocchette 1923-2023, Non contate Noi, ma contate su di Noi’, che verrà presentato mercoledì 24 maggio, alle 20.30, in Sala Conferenza della Biblioteca Comunale di Piovene Rocchette.
“Dopo la serata coi Cori Alpini che ha dato il via ai festeggiamenti per i 100 anni del Gruppo Alpini di Piovene Rocchette, di cui orgogliosamente anche io faccio parte, è arrivato il momento di conoscere meglio la storia delle nostre penne nere-commenta il Sindaco Erminio Masero– Attraverso le pagine di questo libro possiamo riscoprire i loro valori che ci hanno tramandato, rendendo la nostra una solida Comunità fatta di:volontariato, altruismo, laboriosità. Il tutto senza enfasi e lodi, ma in silenzio, in punta di piedi e con l’umiltà consueta degli Alpini
-continua-Ringrazio il Capogruppo Giovanni Pattanaro e Lucio Pattanaro che, curando ricerca e testi, trascineranno il lettore in viaggio nel tempo tra documenti e particolari foto d’epoca gentilmente concesse dall’Alpino Bruno Boriero e dall’Archivio A.N.A.-conclude-Invito, infine, a soffermarsi sul motto ‘Non contate Noi, ma contate su di Noi’, sunto del principale valore delle Penne Nere piovenesi”.
Continua quindi il programma di celebrazione del Centenario del Gruppo Alpini di Piovene Rocchette, avviato lo scorso 29 aprile coi cori alpini della Brigata Tridentina e del Coro Ana di Piovene Rocchette. “Ora è il momento di far parlare la storia, col libro ‘Cento anni del Gruppo Alpini di Piovene Rocchette 1923-2023, Non contate Noi, ma contate su di Noi ricordiamo gli Alpini piovenesi che hanno sacrificato la propria vita nel corso dei due conflitti mondiali-spiegano gli autori Giovanni Pattanaro e Lucio Pattanaro– Troviamo la dura e cruda testimonianza dell’Alpino Giuseppe Gasparini, reduce da lager nazista: catturato il 9 settembre del ’43 dai tedeschi, mentre con la sua Compagnia era dislocato a Belgrado, fu deportato prima a Schenebeck, poi nel campo di eliminazione ‘Dora’ di Mittelbau e costretto a lavorare nella catena di montaggio dei missili balistici V2 e delle bombe volanti V1-continuano gli autori-Con questo libro gettiamo le basi tra passato e futuro: senza mai dimenticare i nostri associati che ‘hanno deposto lo zaino e sono andati avanti’, guardando con fiducia a quanti oggi compongono il nostro Gruppo:
162 Alpini congedati e 37 tra aggregati e amici degli Alpini. Queste sono persone che al bisogno di un’intera Comunità non si sottraggono, rendendosi sempre disponibili a fare di tutto: dal sistemare i coppi e le tinte del Santuario dell’Angelo al tenere puliti i sentieri montani. Ma non solo-concludono-Le nostre Penne Nere possiamo trovarle ovunque: dal prestare soccorso e assistenza alle popolazioni colpite da calamità naturali, all’essere di supporto nell’organizzazione delle manifestazioni paesane. Il tutto rianimando quel senso di amicizia e collettività ispirate da chi la Penna Nera la portava con coraggio e fierezza 100 anni fa”.
a cura Ufficio Stampa Comune di Piovene Rocchette