A Marano tornano i contrabbandieri. E rivivono così le tradizioni dei primi del ‘900.
Il luogo prescelto era davanti a Villa Fioretti. Dove ci si trovava per scambiare soprattutto derrate alimentari in arrivo dall’Austria: farina, latte, burro e uova, patate e fagioli e derrate agricole. Una necessità, quella di scambiarsi cibo e materie prime. Così come quella di non farle deperire. Ecco che quindi nasce il Parpagnacco.
Era un’esigenza pratica quella di amalgamare alcuni ingredienti semplici ma deperibili come burro e uova. E fu quindi chiesto alle donne di Marano di creare un dolce secco per garantirne a lungo la conservazione. Una tradizione mantenuta fino ad oggi.
Il tutto amplificato da un’usanza dalla forte connotazione inclusiva. I Parpagnacchi venivano, anzi vengono tuttora, cotti in un forno a legna del 1867 restaurato qualche anno fa da alcuni cittadini. “Ricordo bene – la memoria della signora Lucia – che la settimana prima di Pasqua le famiglie avevano a turno la possibilità di cuocere nel forno il pane e i Parpagnacchi: il profumo che inondava la contrada è uno dei ricordi dell’infanzia che non svanirà mai”.
“Il Parpagnacco è la storia della comunità di Marano – dice il sindaco Marco Guzzonato – e assaggiamo così le nostre radici e la nostra identità. Un recupero del forno comune nella Contrada San Pietro è un’esperienza che ha una profonda tradizione nella nostra terra e significa modo per la comunità per organizzarsi, condividere una possibilità di ricchezza, un presidio di civiltà di cui ne abbiamo la chiave anche oggi”.
Un storia raccontata dal giornalista enogastronomico Stefano Cantiero, tra i massimi esperti di Veneto e tradizioni del Nordest. Grazie al progetto “Ti porto io” sviluppato con l’agenzia Bentobox di Verona, è a tutti gli effetti considerato uno storyteller delle tipicità, il cantastorie della nostra terra, il cantore delle radici.
La puntata dedicata ai Parpagnacchi nel territorio vicentino ha avuto un grande successo, con oltre 20mila visualizzazioni in pochi giorni e millecinquecento reazioni che ne delineano una forte capacità virale.
“I Parpagnacchi non sono soltanto dei dolci (che continuano a essere fatti in casa e dai fornai), ma prima ancora un simbolo della cultura popolare maranese – spiega Cantiero -, che tocca tanti ricordi e afferma un sincero senso di appartenenza territoriale, in virtù del quale si può anche fregiare del logo de.co.”.
a cura Bentobox