“Non commento un eventuale obbligo”, perché “bisogna vedere come è strutturato”. Ma “arrivare alla obbligatorietà è un po’ una sconfitta”. Così il governatore del VENETO, Luca Zaia, sull’eventuale obbligo del vaccino anti-Covid, dopo le parole del premier Mario Draghi. Zaia rivendica piuttosto quanto fatto in VENETO, dove quasi l’80% della popolazione vaccinabile ha ricevuto il siero anti-Covid senza obbligo. La sfida è stata insomma “gestire la campagna in maniera efficiente con la volontarietà”. Inoltre “mi sembra di capire che quando si parla di obbligatorietà questo sia riferito più che altro ad alcune categorie professionali”, come si è fatto finora ad esempio con i medici, “immagino che il primo step su cui si ragionerà sarà quello”. Nella Lega, assicura il presidente durante il punto stampa di oggi, “non siamo contro i vaccini, penso sia chiaro. Salvini stesso si è vaccinato. Poi che ci sia dibattito penso sia il sale della democrazia”. Quanto al Green pass, oggetto dello strappo alla Camera, “io ce l’ho, ce l’ha anche Salvini, non c’è nessuna mia posizione contro il Green pass. La Lega- ricorda il presidente VENETO– ha fatto anche approvare l’allungamento da nove a 12 mesi del Green pass”.

Il Veneto resta bianco, ma i ricoveri aumentano

Ci sono 637 nuovi contagi oggi in Veneto, su oltre 41.000 tamponi fatti (positivo l’1,53%). I positivi attivi sono 13.079, ma calano i ricoveri in ospedale: quelli dovuti al Covid sono 279 (-7). Di questi 54 pazienti sono in terapia intensiva (-1), mentre calano anche i ricoveri in area non non critica: -6. Due i decessi nelle ultime 24 ore. Con i dati attuali il Veneto rimane in zona bianca: l’Rt è di 0.90, l’incidenza 92,9, mentre l’occupazione dei reparti ospedalieri è del 5% per quanto riguarda la terapia intensiva e del 3% per quanto riguarda l’area medica. “Non c’è pericolo imminente di passaggio di zona ma ci dobbiamo mettere d’impegno”, avverte il governatore Luca Zaia durante il punto stampa di oggi. Infatti le proiezioni a tre settimane danno comunque un ulteriore aumento, anche se non marcato, sia dei casi che dei ricoveri. Per guardare più in là “siamo molto curiosi di vedere cosa succederà con la riapertura delle scuole”, evidenzia Michele Mongillo, direttore dell’unità organizzativa Prevenzione e Sanità pubblica. Per quanto riguarda l’orizzonte delle prossime tre settimane, si stima l’occupazione di 60 posti in terapia intensiva (+11%), mentre sono attesi 1.800 nuovi positivi, per un incremento dei contagi del 12,4%. Il modello, commenta Zaia, “non ci dà una remissione della curva ma nulla di preoccupante. Di qui alle prossime tre settimane non arriva l’alluvione, ma non bisogna abbassare la guardia”.

Terza dose: ‘Si decida’

Il Governo “si decida velocemente per la terza dose” del vaccino anti-Covid. “Se è sì, bisogna saperlo il prima possibile”. È l’appello inviato dal governatore veneto, Luca Zaia, durante l’incontro di oggi con la stampa. “Se è sì per la terza dose per i fragili- sottolinea ancora il presidente leghista- dobbiamo avere come focus fondamentale le case di riposo, e sono 30.000 ospiti”. Di qui l’invito ai veneti che intendano vaccinarsi a farlo prima possibile, perchè “se si parte con la terza dose tutti gli altri vanno in coda”. Per questo in veneto le agende saranno aperte fino al 30 settembre, con dosi Pfizer e Moderna a disposizione di chi vorrà immunizzarsi. Chi aspetta, è il messaggio di Zaia, rischia di dover aspettare dicembre o addirittura l’inizio dell’anno prossimo. Zaia invita anche l’esecutivo nazionale a fare una “pubblicità istituzionale di informazione sul vaccino, partendo dalle fake news”. Non insomma una campagna ‘a favore’ ma una “informazione corretta di accompagnamento alla vaccinazione”: c’è un contingente di non vaccinati, secondo il governatore, che potrebbero essere convinti con informazioni in grado di far calare i timori sul vaccino. Intanto, con oltre 22.000 dosi inoculate ieri, il veneto veleggia oltre i 6,3 milioni di dosi. E le prenotazioni sono tornate a salire: “abbiamo superato 5.000 prenotazioni al giorno”, informa ancora Zaia.

Tra vaccinati e prenotati si arriva oggi al 78,9% della popolazione vaccinabile. Gli over 80 sono vaccinati ormai al 99%, i settantenni (70-79 anni) al 92%, i sessantenni all’88% e i cinquantenni all’80%. La sorpresa è che i ventenni, col 74%, superano percentualmente i quarantenni (72%) e i trentenni (68%). I giovani tra i 12 e i 19 anni sono ormai vaccinati al 60%. Merito anche dell’accesso diretto introdotto dal 13 agosto: da allora “abbiamo avuto 13.500 accesi tra i giovani 12-25 anni”. Il vaccino, sottolinea il governatore del Veneto, “è innegabile che abbia cambiato il corso della storia del coronavirus. Lo vediamo nei ricoveri, c’è un abbondante 80% nelle terapie intensive di non vaccinati”.

Con green pass tamponi gratis è impossibile

Quella dei tamponi gratis, secondo Zaia, “è una questione da spiegare con un minimo obiettività. Noi facevamo i tamponi gratuitamente perché nessuno veniva a farseli. Non c’era ancora l’obbligo del Green pass e in quella fase a noi servivano i tamponi gratuiti per monitorare la circolazione del virus. Non voglio che qualcuno veda l’iniziativa del Veneto come collegata o scollegata al Green pass. Li abbiamo sospesi nel momento in cui il Green pass ci ha fatto schizzare in alto l’accesso ai tamponi. Non eravamo in grado di sostenerlo”. È anche vero però, sottolinea il governatore del Carroccio, che “ci sono cittadini in Italia che non possono vaccinarsi. Un’area grigia che ha diritto ad una risposta. È innegabile che ci siano cittadini che hanno bisogno di farsi i tamponi perché non possono fare il vaccino”. Non solo: “siamo bersagliati da minori che devono fare sport e hanno bisogno di tre tamponi alla settimana. È un altro tema su cui bisogna discutere, ma per discuterne non necessariamente uno deve essere contro i vaccini e contro il Green pass”.

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