Al momento in Veneto “siamo nella tipica fase acuta (della pandemia di Covid, ndr.) e a breve non abbiamo sentore di inversione di tendenza”. Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera. I positivi individuati nelle ultime 24 ore in Veneto sono 2.096, con un’incidenza del 5,5% sui 38.093 tamponi fatti, ma “dovuta al fine settimana, in cui si fanno test ai sintomatici, pochi tamponi e molto mirati su gente che sta male”, spiega Zaia. I soggetti attualmente positivi sono 50.585, e i pazienti ricoverati sono 1.052 ricoverati, ovvero 25 in più di ieri, di cui 916 in area medica (+22) e 136 in terapia intensiva (+3). Dieci i decessi registrati. Per quanto riguarda l’incidenza media nella scorsa settimana, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, diffusi dalla Regione, il Veneto è all’11esimo posto in Italia, con un tasso di positività sui tamponi effettuati del 3,91%. Sempre la scorsa settimana, la classe d’età più colpita in Veneto è stata quella tra i 45 e i 64 anni (6.141 casi), seguita da quella tra i 25 e i 44 anni (4.640 casi) e da quella tra zero e 14 anni (3.827). Seguono i giovani tra i 15 e i 24 anni (1.802), e poi gli over 65. Tra questi si registrano 1.617 casi tra i 65 e i 74 anni, 896 casi tra i 75 e gli 84 anni e 323 casi sopra gli 85 anni. Il totale dei nuovi casi tra le donne è di 9.780, mentre tra gli uomini è di 9.466.

‘Prenotate a Natale’

A meno di particolari sorprese, da lunedì prossimo la Regione Veneto sarà in zona gialla. Natale sarà in giallo, e così capodanno”, afferma Zaia chiarendo che “ad oggi non ci sono prospettive negli algoritmi di zona rossa” e “io non penso neanche all’arancione”. Quindi, conclude il presidente del Veneto, “se il problema sono le vacanze di Natale, che vuol dire economia per il Veneto, prenotate pure”.

Appoggio i sindaci che emettono restrizioni

“I sindaci che si stanno muovendo prevedendo alcune restrizioni lo fanno a ragion veduta e hanno assolutamente il mio sostegno”. “Io penso ai panevin, tutti sanno che sono un grande sostenitore e non manco mai di fare almeno cinque o sei panevin in quella sera. Ma oggi l’assembramento privo di protezione aumenta la diffusione del virus. E possiamo star qui a disquisire giorni e notti sul fatto che all’aperto c’è o non c’è, ma in una fase di epidemia in un assembramento all’aperto tu devi indossare la mascherina e proteggerti. Quindi io alcune scelte che fanno i sindaci le condivido”, conclude.

Lo stato di emergenza

Quello del prolungamento dello stato di emergenza “è diventato un tormentone. Io dico che siamo tutti contrari: uscire dall’idea stato emergenza vuol dire che psicologicamente uno dice ‘è finita’. E ha anche ricadute giuridiche non proprio irrilevanti… Però io sono prudente e dico: scade il 31 dicembre, vedremo come siamo messi il 31 dicembre, se siamo in zona rossa la vedo dura che si possa evitare di prolungarlo”.

“Condivido anch’io che si possa procedere poi con una decretazione, ma se ho imparato qualcosa in questi 22 mesi è che il contesto dell’ultimo miglio quando vai a decidere è quello determinante”, continua. Detto questo, “oggi sicuramente la visione prospettica è quella di uscire dallo stato di emergenza”.

 

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