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Zaia: “Liste d’attesa sfoltite, mancano medici e i giovani non vogliono fare questa professione”

A giugno di un anno fa il Veneto aveva 128.000 pazienti in lista di attesa per ricevere una prestazione sanitaria da assicurare entro 30 giorni dalla richiesta, oggi ce ne sono 17.000: dunque, “si è sfoltito bene e ringrazio chi lavora in sanità”. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia, le pochissime vocazioni a fare il medico. “Pochissime le iscrizioni alle specializzazioni per chirurgia generale, nessuna per radioterapia… Significa- dice Luca Zaia, presidente del Veneto– che mancano medici e lo si vede anche nelle fasi di specializzazione”. Quindi bisognerà chiamarli a ‘a gettone’? In Veneto mancano 3.500 medici e Zaia spera che “si possano avere quelli in pianta stabili trovandoli”. Azienda zero fa un bando ogni tre giorni “ma molti hanno posti non coperti perchè non ci sono candidati”. Insomma, lascia intendere, così è dura. E a problema rischia di aggiungersi problema. Il meccanismo di perequazione delle pensioni rischia di avere un rovescio della medaglia: la perdita dell’esenzione dal ticket per le prestazioni sanitarie specialistiche per gli anziani i cui nuclei familiari vedano un reddito complessivo superiore ai 36.000 euro lordi. Ci sono regioni che hanno cercato di arginare questo problema, non il Veneto dove Cisl e Fnp, la sigla dei pensionati, chiedono dunque alla Regione una soluzione. La proposta di una misura correttiva è stata trasmessa nei giorni scorsi all’assessore alla Sanità del Veneto Manuela Lanzarin, con una lettera che sollecita un incontro. “In attesa di un provvedimento nazionale, per il quale come Cisl stiamo facendo pressione presso il Governo, riteniamo intanto necessaria l’introduzione di una esenzione regionale con limite di reddito più alto”.

Secondo Gianfranco Refosco, segretario Cisl Veneto, è una “questione di equità di accesso ai servizi e al diritto alla salute, che per tanti anziani e le loro famiglie rischia evidentemente di essere minata”. Per gli anziani dai 65 anni il limite di reddito familiare per avere l’esenzione dal pagamento dei ticket è fissato a livello nazionale in 36.151,98 euro. Limite stabilito nel 1998: in lire erano 70 milioni, la cifra è stata trasformata in euro e mai aggiornata negli anni. Il problema è che questo limite è oggi facilmente superabile anche da nuclei con pensioni basse: bastano, per esempio, due pensioni nette da 1.100 euro al mese per superare il limite e perdere l’esenzione.

“Da alcune segnalazioni di pensionati che si sono visti revocare l’esenzione dal ticket, abbiamo studiato il problema e fatto una campagna informativa per raccogliere ulteriori dati”, spiega Tina Cupani, segretaria Fnp Veneto. “La perequazione è un diritto e serve ad agganciare l’importo delle pensioni all’inflazione. Già le storture del meccanismo in vigore in Italia non hanno difeso il potere d’acquisto effettivo dei pensionati, crollato negli anni, ma perdere anche un sostegno importante come l’esenzione per le prestazioni sanitarie, frequenti in età avanzata, è davvero una beffa”. A livello locale la Cisl e Fnp Veneto chiedono alla Regione una esenzione regionale come si è fatto in in Lombardia e nella Provincia autonoma di Bolzano, è stato fatto. La Regione Lombardia, per esempio, ha introdotto già nel 2007 un’esenzione dal ticket per gli anziani il cui reddito familiare sia tra 36.151,98 e 38.500 euro. “Sicuramente un provvedimento del genere andrebbe a tutelare anche in Veneto molti anziani ora in bilico”