“I dazi sono un flagello. Ma attenzione all’atteggiamento. Se pensiamo di fare muro contro muro la battaglia la perdiamo di sicuro. Piaccia o non piaccia, Trump sarà il nostro interlocutore per i prossimi 4 anni. Dobbiamo lavorare perché nasca un vero e proprio asse Ue-Usa: a quel punto nel mondo non ci sarebbe partita”.
Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, ha recentemente commentato sulle pagine de Il Corriere della Sera il rapporto con gli Stati Uniti e le politiche di Donald Trump, mettendo in luce le sfide e le opportunità che l’Europa deve affrontare nei prossimi anni. Secondo Zaia, troppo spesso si perde tempo a discutere di aspetti superficiali, come il colore dei capelli del presidente americano, o a farsi distrarre da discorsi troppo complessi. Per lui, Trump è stato eletto dai cittadini americani e, che piaccia o no, sarà l’interlocutore dell’Europa per i prossimi quattro anni.
Zaia ha sottolineato come Trump non debba essere visto come un politico tradizionale, ma piuttosto come un uomo d’affari. Ha citato l’esempio dei dazi al 25%, affermando che l’intento del presidente americano potrebbe essere solo una strategia negoziale. “Trump ha sempre detto che non ha mai fatto un affare senza un compromesso”, ha ricordato Zaia, suggerendo che l’Europa, con i suoi 450 milioni di abitanti, rappresenta un mercato troppo importante per gli Stati Uniti per essere ignorato. Tuttavia, l’Europa deve presentarsi unita per poter trattare alla pari, senza divisioni tra i singoli Stati membri.
Zaia ha anche messo in discussione l’efficacia della strategia europea, in particolare in relazione alla guerra in Ucraina, e ha espresso dubbi sui piani di riarmo. Secondo lui, l’Europa non sarebbe in grado di sostenere una sfida simile senza il supporto degli Stati Uniti. Ha anche evidenziato come i dazi proposti da Trump possano avere un impatto negativo sull’economia europea, in particolare sulle piccole e medie imprese venete, che esportano in settori chiave come l’occhialeria, il vino e l’automotive. Tuttavia, Zaia ha fatto notare che Trump, pur mettendo sotto pressione l’Europa, sa bene quanto sia importante il mercato europeo e che l’Europa deve confrontarsi con lui in modo intelligente.
A proposito delle recenti visite dei leader europei a Mar-a-Lago, Zaia ha commentato che la mancanza di un approccio unificato da parte dell’Europa non ha portato a risultati concreti. Per lui, l’unica via per stabilire un dialogo fruttuoso con Trump è quella di marciare insieme, evitando protagonismi individuali e agendo come un’unica entità.
Zaia ha anche ribadito che non spetta all’Europa decidere se Trump sia il presidente giusto, poiché è stato scelto dagli americani. Nonostante le sue mosse possano avere implicazioni globali, Zaia ha ricordato come gli Stati Uniti abbiano avuto un ruolo fondamentale nella difesa della democrazia in Europa e nella ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale. Anche se la politica protezionistica di Trump può danneggiare alcune economie, Zaia ha osservato che anche i governi democratici precedenti avevano adottato politiche simili senza suscitare le stesse obiezioni.
Infine, Zaia ha menzionato il ruolo speciale che l’Italia potrebbe giocare. Secondo lui, il governo italiano è stato l’unico fra i membri del G7 a guardare con attenzione all’elezione di Trump, creando un canale di dialogo tra la premier Meloni e il presidente americano. Se l’Italia dovesse svolgere il ruolo di ponte tra l’Europa e gli Stati Uniti, Zaia è convinto che si potrebbe creare un asse Ue-Usa capace di influenzare positivamente gli equilibri globali.
