Sono state 48 ore “devastanti e importanti”, dal pomeriggio di ieri sera alle due e mezza di notte in Veneto “abbiamo avuto di tutto”. A Radio 24 Luca Zaia, presidente del Veneto, parla della ‘botta’ del maltempo sulla regione su cui ora si attende una schiarita, anche se la guardia resta altissima. Lo scenario “è da stato di emergenza e spero che il Governo lo dichiari velocemente”. Il maltempo ha messo in difficoltà “centinaia di famiglie, ieri 200, oggi molte di più: non ci sono sfollati, ma famiglie con l’acqua in casa”, racconta Zaia.

Un paio di ospedali in difficoltà, come quello di Camposampiero (qui acqua nei sotterranei), “ma non gravemente”; idem, un paio di case di riposo (per una è stata disposta una evacuazione). La rottura arginale a Camposampiero si è riverberata su padovano e veneziano, “ma alle 4 di questa mattina c’erano già gli escavatori per cercare di tamponare la falla”. Poi sono esondati i canali nell’asolano (Asolo è sott’acqua nella sua parte bassa). Zaia però ribadisce che senza i bacini di laminazione Vicenza sarebbe finita allagata e senza bacini “non ho idea della dimensione del disastro che ci sarebbe” ora. Vero è anche che i bacini sono dimensionati per “eventi straordinari, ma non a questi livelli”. In altre parole, il cambiamento climatico “ci impone di rivedere il modello perchè abbiamo capito  che le bombe d’acqua sono il vero problema”: ora si deve fare i conti con “acquazzoni equatoriali a cui non siamo abituati”.

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