“Se le cose vanno avanti così, il 31 marzo bisogna porre fine allo stato di emergenza, siamo arrivati allo spartiacque”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera. “Se è vero che virus c’è è altrettanto vero che gli ospedali non caricano più come in altre fasi: questa fase endemica che ci aspettavamo è iniziata”, quindi “spero che oggi si facciano scelte per buttare il cuore oltre l’ostacolo… È cruciale questo momento storico, scriviamo le regole per il futuro”, continua Zaia, riferendosi al Consiglio dei ministri previsto oggi. “Norvegia e Danimarca tolgono le restrizioni, c’è un movimento di pensiero nei piani di sanità pubblica dei Paesi europei che si sta adeguando alle indicazioni dell’Ecdc”, sottolinea. “Oggi immagino che nella riunione ci sarà la solita mediazione, ma noi dovremmo sempre più concentrarci sui sintomatici non si può pensare di correre dietro a tutti i cittadini all’infinito con il contact tracing”. Il suggerimento, per nulla velato, è insomma di “concentrarsi sui sintomatici”.

In Veneto “siamo davanti ad un calo importante” della curva pandemica. Nelle ultime 24 ore sono stati individuati 14.190 nuovi positivi, con un’incidenza del 9,98% su 142.124 tamponi effettuati. I soggetti attualmente positivi sono 208.908, i ricoverati 1.972 (-37), di cui 1.808 in zona non critica (-35) e 168 in terapia intensiva (-2). L’Rt è a 1, l’occupazione dell’area medica al 26%, “ma abbiamo una proiezione a 7 giorni al 24,2%”, e quella delle terapie intensive al 17%, con “proiezioni a 7 giorni al 15%”, conclude Zaia.

Le scuole

Le scuole non avrebbero dovuto riaprire subito dopo le vacanze natalizie, ma l’1 febbraio, e ora sarebbe il caso di semplificare le regole prevedendo che solo gli studenti positivi lascino le lezioni, mentre gli altri possano rimanere in classe. Questo il pensiero del presidente della Regione Luca Zaia, che oggi in conferenza stampa decide di “togliersi qualche sassolino dalle scarpe”. Perché “vi ricordate quando chiedevo di valutare uno slittamento dell’apertura… Questa è una falsa apertura, lo avevo detto. Una classe su due è andata in quarantena, con tutti i guai per le formule miste dove la Dad non esisteva. Se noi avessimo fatto la scelta di aprire dal 1 febbraio, ovvero ieri, avremo tolto questa curva di alti e bassi che ha riguardato le famiglie, a cui si è aggiunta la necessità di fare i tamponi a questi ragazzi”, afferma Zaia. Ora, “ormai il virus è endemico”, e “noi dobbiamo chiedere che le scuole rimangano libere”, affonda il presidente del Veneto, che chiarisce di non condividere “la distinzione tra vaccinati e non vaccinati nelle scuole”, e propone di adottare il “modello morbillo” che ha funzionato in passato, ovvero “se uno è positivo rimane a casa e i compagni continuano ad andare a scuola”

I non vaccinati

In Veneto gli over 50 non vaccinati sono circa 160.000 e la Regione ha chiesto una semplificazione delle procedure che si attiveranno per sanzionarli in modo da evitare un ulteriore compito per le sue Ulss già sovraccariche per la gestione della pandemia. Nello specifico, il passaggio che la Regione vorrebbe evitare è quello in cui le Ulss fornisco all’Agenzia delle Entrate informazioni in merito alle eventuali esenzioni dei soggetti non vaccinati. Un dato, spiega l’assessore regionale alla Sanità del Veneto Manuela Lanzarin, che l’Agenzia delle Entrate attraverso il ministero della Salute può già verificare

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia