a cura di Mattia Cecchini
“Sono passati sei anni da quando la tempesta Vaia si abbatté sui nostri monti e boschi e oggi possiamo dire, con orgoglio, che le Dolomiti sono tornate a risplendere. Lo testimonia la riapertura recente dei Serrai di Sottoguda, emblema della devastazione che colpì le nostre montagne tra il 28 e il 30 ottobre del 2018. Una violenza che rese più consapevole il mondo sull’impatto dei cambiamenti climatici a tutti i livelli”. Per quel disastro ambientale sono serviti “oltre 2.500 cantieri e l’impegno incessante di tantissime persone per far sì che il territorio si riprendesse. Quella di Vaia è stata una grande lezione dalla quale abbiamo imparato molto”. Lo dichiara il presidente del Veneto, Luca Zaia che così ricorda l’anniversario della tempesta Vaia che abbatté circa 15 milioni di alberi, spogliando interi pendii e modificando irrimediabilmente il paesaggio di molte aree, tra cui le Dolomiti e le Prealpi Venete. La forza della tempesta, con raffiche di vento che raggiunsero i 200 chilometri orari, rase al suolo 41.000 ettari di boschi, cioè 8,6 milioni di metri cubi di legno.
LA “LEZIONE” POST VAIA
Dopo Vaia, per fare appunto ‘tesoro’ della sua lezione, la Regione per la messa in sicurezza del territorio ha messo in campo 560 milioni di euro per realizzare 23 bacini di laminazione (dei quali 10 già portati a termine) per una capacità di oltre 110 milioni di metri cubi. “Il tutto per garantire ai veneti tutti accettabili livelli di sicurezza idraulica”. La collaborazione e il coinvolgimento “di vari attori, dai livelli statali a quelli locali, hanno rafforzato un approccio unitario e sinergico nell’affrontare l’emergenza”, sottolinea ancora Zaia.
Dunque, l’aspetto “particolarmente importante nel post Vaia” sta anche nella ‘lezione’ della “cooperazione interistituzionale: è stata realmente decisiva nel mettere in atto rapide ed efficaci soluzioni. Va riconosciuto che la risposta alla tempesta Vaia ha segnato un precedente esemplare nella gestione di catastrofi naturali, dove la fiducia reciproca tra le entità coinvolte ha giocato un ruolo centrale. La fiducia ha facilitato le operazioni, risolto problematiche e prevenuto contenziosi, rendendo evidente che l’interazione tra persone votate agli obiettivi è lo strumento principale per una efficace conduzione dei lavori”.
L’ampiezza degli interventi, con oltre 2.500 azioni compiute e un investimento finanziario che ha superato il miliardo di euro, “riflette l’ingente lavoro svolto. E sottolineo con orgoglio che non si sono registrati casi di infiltrazioni mafiose o blocchi dei lavori a causa di contenziosi negli appalti”, evidenzia Zaia. Il metodo di lavoro ‘Vaia’ e la collaborazione continuano “a vivere nei cantieri e nelle opere che si continuano a pianificare programmare e realizzare”.
OLTRE 1,6 MILIARDI DI DANNI
Il finanziamento degli interventi ha visto il contributo del Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea, che ha erogato 68 milioni di euro, parte di un impegno complessivo che ha portato a certificare un danno totale di un miliardo e 641 milioni 293.000 euro. Di questa somma, 1.017.000.000 euro sono stati assegnati per i ripristini, distribuiti su un periodo di tre anni (2019-2021), oltre a un’iniziale erogazione di 15 milioni di euro nel 2018 per gli interventi immediati. Tra gli oltre 2.000 cantieri avviati per la ricostruzione post-emergenza, particolare valore simbolico hanno quelli che hanno interessato il lago di Alleghe e i Serrai di Sottoguda per complessivi 16 milioni di euro.