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Violenza sulle donne. Veneto segnato dalla morte di Giulia, ma la regione ha fatto “buoni risultati”

Il 2023 è stato l’anno del femminicidio di Giulia Cecchettin, ma in Veneto il contrasto alla violenza alle donne ha visto “buoni risultati ottenuti”. Lo attesta la Relazione della giunta sulle azioni di prevenzione e contrasto portata oggi in commissione (dove sono state ascoltate anche diverse realtà coinvolte); è la relazione che fa da base alla nuova strategia complessiva e alle azioni per quest’anno. Il Report 2023 della giunta contiene le risultanze di una indagine condotta nei Pronto Soccorso, dalla quale, ad esempio, è emerso che l’89,47% ha un protocollo attuativo del percorso per le donne che subiscono violenza; il 100% prevede procedure diversificate e modalità di dimissione protetta nel caso di valutazione di rischio alto; il 100% informa la donna della presenza dei Centri Antiviolenza sul territorio; il 100% prevede la possibilità di rimanere in osservazione breve intensiva o in ambiente ospedaliero n caso di alto rischio di rivittimizzazione; l’86,4% ha predisposto un’area protetta separata dall’attesa generale; il 92,11% garantisce una visita entro massimo 20 minuti per ridurre ripensamenti o allontanamenti volontari. La tipologia di violenza che prevale è quella psicologica, seguita da quella fisica, economica, dallo stalking, dalle molestie e dalla violenza digitale. L’azione di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne in Veneto conta anche 57 strutture di assistenza, 26 Centri antiviolenza e 31 Case rifugio (nei Centri operano 405 persone, di cui 243 retribuite e 162 a titolo volontario), un investimento di un milione e 120.000 euro del bilancio regionale, oltre alle risorse statali del dpcm 22 del 2022 dotato di 2,9 milioni.

Il Veneto ha “aumentato i fondi specifici del bilancio, portandoli a un milione 550.000 euro, stiamo mettendo a terra l’apertura di sportelli nelle Università, rafforzando le iniziative di comunicazione e sensibilizzazione, e quelle di formazione del personale chiamato a occuparsi di queste persone. Ogni donna in più che si rivolge alla nostra rete per chiedere aiuto e protezione può essere una vita salvata”, ha detto l’assessore regionale al Sociale Manuela Lanzarin durante l’audizione in commissione in cui ha ricordato Giulia Cecchettin e le altre donne vittime di femminicidio. I consiglieri in commissione (congiunta tra Cultura eSanità e Sociale) hanno incontrato i componenti del Tavolo regionale di coordinamento per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne e discusso delle strategie da adottare, alla luce della delibera approvata con voto unanime dal Consiglio regionale del Veneto a fine 2023, all’indomani dei funerali di Giulia Cecchettin. Con quel documento si è fissato l’impegno a istituire un premio di laurea in onore di Giulia per tesi incentrate sul contrasto alla violenza sulle donne nei diversi ambiti e a sollecitare tutti gli organi competenti a realizzare nelle scuole progetti di educazione relazionale. Tra gli impegni programmatici, il Consiglio aveva auspicato in quell’occasione l’incremento dei finanziamenti della Regione destinati alla rete dei Centri antiviolenza; l’apertura di sportelli antiviolenza negli atenei della Regione; e l’utilizzo più corretto e consapevole del linguaggio e della comunicazione del Consiglio regionale, anche all’esterno delle sedi istituzionali, per contribuire positivamente al cambiamento culturale e alla promozione di modelli sociali paritari.