Nei primi sei mesi del 2024 le banche italiane hanno chiuso altri 163 sportelli. A livello statistico le chiusure registrate risultano 62, ma il dato è alterato dalle 101 aperture operate, in modo pressoché uniforme sul territorio nazionale, con l’eccezione di alcune zone del Sud, da Banca Private Cesare Ponti. Si tratta però di strutture ricavate all’interno di filiali già esistenti del Gruppo Bper e che sono dedicate al private banking, secondo una tendenza che si va consolidando nel sistema bancario italiano. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 30 giugno 2024 da Banca d’Italia e Istat.

L’andamento nelle regioni

Confrontando i numeri con quelli dell’ultimo trimestre del 2023 si delinea un andamento non omogeneo tra le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite sono Molise (-1,3%), Veneto (-1,2%), Friuli Venezia Giulia e Lazio (-1 %), Campania e Toscana (-0,8%). Per comprendere la reale portata del fenomeno i dati vanno letti in parallelo a quelli sulla diffusione dell’internet banking, ancora modesta: in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%. Da ciò si evince che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali (tra i 65 e i 74 anni solo il 29,2% utilizza l’internet banking). Fuga dai comuni Nei primi sei mesi dell’anno altri 14 comuni sono rimasti privi di filiali sul loro territorio. Si vanno ad aggiungere ai 3.282 abbandonati negli scorsi anni, pari al 41,5% del totale, con una forte accelerazione a partire dal 2015. Un quarto del territorio nazionale, con una superficie complessiva pari a quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, è rimasto privo di sportelli.

Aumenta anche il numero delle persone che ha perso o rischia di perdere l’accesso ai servizi bancari: sono circa 10 milioni e 500mila. Di questi, oltre 4 milioni (4 milioni e 403mila, + 0,7% rispetto alla fine del 2023) vivono in comuni totalmente “desertificati”; più di 6 milioni (6 milioni e 73mila, + 0,7%) risiedono in comuni in via di desertificazione, quelli con un solo sportello. Nell’arco di un anno, da giugno 2023, l’aumento è di circa 204mila persone. Risulta in crescita, inoltre, il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 1.960 in più rispetto a dicembre (da 264.512 a 266.472).

Le parole di Zaia

“Una corretta distribuzione degli sportelli bancari e dei bancomat sul territorio è indispensabile. La desertificazione bancaria, infatti, non è solo una conseguenza alle riorganizzazioni degli istituti di credito; per i territori è un vero problema perché sono ridimensionati i servizi al cittadino e depauperata la rete dei punti di riferimento delle comunità. Un problema che, inevitabilmente, si riverbera sulla vita delle persone, a cominciare dalle più fragili come gli anziani, e richiede maggiore attenzione nelle aree più svantaggiate come quelle montane o più isolate nella pianura. Non è mai fuori luogo, dunque, che la Regione e tutte le Istituzioni si uniscano nella raccomandazione che la presenza dei servizi bancari sia mantenuta in modo da garantire la sua capillare utilità sociale”.

Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, a fronte delle notizie di stampa che oggi sottolineano, nuovamente, il progressivo ridimensionamento della rete dei servizi bancari con riferimento, nello specifico, alla provincia di Verona.

“Leggo che negli ultimi tre anni i comuni senza una filiale sono passati nell’area Scaligera da 11 a 14, privando della vicinanza al servizio circa 22.000 cittadini – prosegue il Governatore -. Oggi si parla del Veronese, dopo che notizie simili in passato hanno interessato le Dolomiti, la Pedemontana, il Veneziano. In questo periodo in cui c’è un grande impegno per avvicinare i servizi ai cittadini si deve considerare che, soprattutto nei paesi, ci sono persone, molto spesso sole, per cui è difficile intraprendere spostamenti significativi e che per motivi anagrafici non hanno dimestichezza con l’home banking. L’appello che viene da tanti sindaci e amministratori locali non può essere ignorato”.

“Un grazie va agli istituti di credito che, anche a fronte di difficoltà, continuano a mantenere attivi i presidi territoriali, dando prova di saper guardare al futuro nel solco di una tradizione – conclude il presidente Zaia -. Sono certo, infatti, che molti, che per storia hanno sempre dimostrato un particolare legame con il territorio, possono rendersi conto che il loro successo è dovuto a tante realtà locali dove il loro sportello è un riferimento identitario come la piazza, il bar, la casa comunale”.

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