È stata aperta al traffico veicolare la prima tratta funzionale della Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta (SPV), sette chilometri tra l’autostrada A31 Valdastico e Breganze.
Alla cerimonia di inaugurazione, svoltasi al casello di interconnessione tra la SPV e la A31, erano presenti il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell’interno, Matteo Salvini, il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, il Presidente della SPV Spa, concessionaria per la realizzazione dell’opera, Domenico Dogliani, il Commissario dell’Autorità Vigilante della SPV, Marco Corsini e il Direttore della Struttura di Progetto Superstrada Pedemontana Veneta (SPV), Elisabetta Pellegrini.
‘La messa in esercizio anticipata della prima tratta ultimata, non era prevista contrattualmente, ma è stata tenacemente voluta dalla Regione del Veneto, concedente dell’opera, al fine di mettere quanto prima a frutto le risorse pubbliche investite, e fortemente richiesta dalle categorie economiche della zona’.
Infatti, pur non essendo particolarmente lungo rispetto ai 94 chilometri del percorso principale della Pedemontana, questo primo segmento di 7 chilometri (compresi gli svincoli) ha una funzione di particolare rilievo in quanto permette di accedere all’area del Bassanese dalla A31 senza attraversare il centro di Dueville, liberando l’area dal traffico e risparmiando così dai 20 ai 30 minuti di percorrenza su strade locali, riducendo sensibilmente l’immissione di gas di scarico nell’atmosfera.
È stato condiviso un accordo aggiuntivo con il concedente col quale si stabilisce l’apertura attraverso un canone di disponibilità pari all’incasso da pedaggi, in modo che la Regione non abbia costi.
Il pedaggio per questa tratta risulta pari a 1.10 euro per i mezzi di classe A, a 1.20 euro per i mezzi di classe B, rispettivamente a 1.50, 2.40 e 2.80 euro per i mezzi pesanti, suddivisi in tre classi.
La piattaforma stradale è costituita da due corsie (ognuna larga almeno 3,75 metri) e una di emergenza per senso di marcia, suddivise da uno spartitraffico centrale di 3 metri.
La tratta è stata costruita in trincea profonda, per attenuare l’impatto territoriale e ambientale sull’area circostante. La continuità della ferrovia, delle viabilità secondarie e della rete idraulica in superficie viene mantenuta mediante la realizzazione di manufatti.
In particolare il tracciato annovera, percorrendo dal casello verso Breganze, un sottopasso di Pedemontana alla Linea ferroviaria Vicenza-Schio di 32.35 metri di lunghezza, affiancata al casello di Valdastico; si prosegue in trincea e quindi si incontra la galleria artificiale Igna, lunga 99.60 metri. Poi il cavalcavia che dà continuità alla strada comunale via Contrada Longa, e due ponti canali. In prossimità delle località Madonnetta di Sarcedo sono stati costruiti alcuni tratti in trincea coperta, realizzando la galleria artificiale “Cà Fusa-Vegra/Madonnetta” di 630 metri di lunghezza, al fine di limitare l’intrusione nel territorio e garantire la protezione e mitigazione nei confronti dell’abitato e delle aziende agricole limitrofe.
Con un’altra galleria di 158 metri si sottopassa la SP Gasparona, ponendo il tracciato della SPV a nord della provinciale citata, risalendo poi in rilevato per superare il torrente Astico con un viadotto di lunghezza di 180 metri per raggiungere lo svincolo di Breganze ovest, dove ci si immette provvisoriamente sulla SP 111 Gasparona con segnaletica orizzontale gialla.
A disposizione dei viaggiatori sono installate 16 colonnine SOS (di cui 12 in galleria) e a tutela della sicurezza il tratto è monitorato 24 ore al giorno da 37 telecamere (di cui 8 di tipo “Incident detection”). Completano la dotazione impiantistica per la sicurezza due impianti meteo e un impianto radio.
Questo primo tratto, percorribile in un tempo tra i 5 e i 7 minuti è stato realizzato con una spesa di circa 120 milioni di euro.
Il completamento dell’intera Superstrada, che collegherà Montecchio Maggiore (Vi) a Spresiano (Tv), passando per il distretto industriale di Thiene-Schio, per Bassano del Grappa e a nord di Treviso, interconnettendosi a tre autostrade (da ovest: l’A4, l’A31 e l’A27) è previsto per la fine del 2020. L’arteria, come detto, si svilupperà per complessivi 162 km di cui, 94 di viabilità principale e 68 di viabilità secondaria, interessa 114 Comuni, 36 dei quali sono attraversati dal tracciato, 22 nella Provincia di Vicenza e 14 nella Provincia di Treviso.
Zaia: ‘La Pedemontana vale un punto e mezzo del Pil del Veneto’
“Di questa infrastruttura si è cominciato a parlarne in Regione nei lontani anni ‘90 – ha ricordato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia – e originariamente era prevista la realizzazione dell’autostrada Pedemontana Veneta. Molto, troppo tempo è passato da allora, ma adesso è finalmente qualcosa di concreto e questa infrastruttura vale oggi un punto e mezzo del Pil del Veneto, impegna nei cantieri 1.860 uomini e oltre mille mezzi d’opera. È una fabbrica nel territorio. E il 98% degli espropriati ha avuto il giusto ristoro”.
“È l’unica opera in Italia della quale l’Ente pubblico incasserà i pedaggi e quindi dobbiamo incentivarne l’utilizzo – ha aggiunto Zaia –. Ci aspettiamo un transito di 27 mila veicoli al giorno quando la superstrada sarà terminata. Non esiste un’autorità nazionale che certifichi gli studi sul traffico, ma i grandi vantaggi in termini di sicurezza e di velocità nella percorrenza delle distanze, ci inducono a pensare che raggiungeremo l’obiettivo. Che poi, sia chiaro, è lo stesso voluto dal territorio: tutti i 36 sindaci dei Comuni attraversati dal percorso hanno detto sì alla SPV e sono certo che se facessimo un referendum chiedendo alla gente se vuole quest’opera, si arrabbierebbe perché glielo chiediamo ancora”.
Zaia si è poi levato, come lui stesso ha detto, qualche sassolino dalle scarpe (“ho dentro una cava di inerti”): “Non siamo una ‘Banda Bassotti’ che fa le cose di nascosto – ha ribadito, rispondendo alle recenti polemiche –, non siamo criminali che vanno a interrare e nascondere nottetempo i rifiuti nei cantieri. Anzi, lungo il tracciato della Pedemontana, mano a mano che procedono i cantieri, si provvede a bonificare le discariche, vecchie anche di sessant’anni, che vengono scoperte, come a Trissino e a Montecchio Maggiore.
“Non siamo ammalati di feticismo infrastrutturale, non abbiamo l’ossessione di buttare calcestruzzo ovunque – ha aggiunto il presidente – ma abbiamo il dovere di portare a compimento un’opera strategica nazionale, di concludere quello che oggi è il più grande cantiere aperto in Italia e che stiamo gestendo come se fosse un’opera pubblica normale, ordinaria, cercando di dare una veste di totale legalità a quest’impresa”.
“La Superstrada Pedemontana Veneta – ha concluso Zaia – andrà a servire l’area industriale più importante e più urbanizzata del Veneto, mettendo in sicurezza la mobilità nel territorio e realizzando collegamenti veloci tra le nostre città. Non è una partita della politica, è la partita della comunità, del popolo”.