O la Regione Veneto abroga la norma che vieta la circolazione di autobus con più di 15 anni di immatricolazione, o moltissimi mezzi (“La maggior parte di quelli delle nostre imprese”) da quest’anno resta i box, inulizzata e ferma “nei depositi, causando un disservizio senza precedenti e portando molte aziende sull’orlo della chiusura”. Non nasconde un grammo della sua preoccupazione Daniele Rigato, presidente regionale e nazionale degli Autobus operator di Confartigianato. Dopo la pandemia, era scattata una proroga che estendeva il limite d’età dei mezzi a 19 anni, dando alle imprese tempo per riprendersi dalle restrizioni Covid. Ora la proroga è scaduta e Confartigianato Veneto ‘chiama’ la Regione. “In Veneto sono quasi 3.000 gli autobus immatricolati prima del 2010 che viaggiano per le strade ed esercitano servizio a noleggio- racconta Rigato- rappresentano il 40% del parco veicolare totale del settore. E siamo in linea con quanto avviene a livello nazionale in cui si supera il 46% dei mezzi immatricolati prima del 2010. Se si vieta la loro circolazione non solo si arreca danno a chi di questo mezzo ne fa uso, quindi alla cittadinanza, ai lavoratori e ai turisti, ma si mette in ginocchio quasi la metà delle imprese del settore”. Senza incentivi o senza un piano graduale per l’adeguamento imposto dalla transizione green, “molte aziende non avranno altra scelta che chiudere”. La normativa veneta, inoltre, secondo Confartigianato crea una disparità concorrenziale rispetto ad altre regioni, dove non esistono restrizioni simili. “Se il blocco verrà confermato- spiega Rigato- gli operatori di altre regioni potranno comunque lavorare in Veneto con mezzi altrettanto datati, sottraendo mercato alle aziende locali, che invece si troveranno in una condizione di svantaggio competitivo”.

Per evitare “il collasso del settore”, Confartigianato Veneto spinge dunque per una “urgente revisione della normativa”. L’obiettivo “non è eludere le politiche ambientali- conclude Rigato- ma renderle compatibili con la realtà di un settore già messo a dura prova da crisi, rincari e aumenti dei costi di gestione. Dovremmo cercare di trovare un equilibrio tra le esigenze di sostenibilità ambientale e la necessità di salvaguardare un comparto strategico come il nostro per la mobilità e il turismo”.

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