“Ho inteso esprimere il mio disappunto, che confermo in pieno, circa quando avvenuto domenica mattina a Thiene dopo essere stato contattato da numerosi cittadini ed amministratori, sconcertati dalle modalità con la quale si stava svolgendo la preghiera comunitaria musulmana su un’area pubblica concessa dall’Amministrazione comunale, dove risultava evidente la condizione di discriminazione nella quale venivano a trovarsi le donne. Il tutto senza mai toccare il tema della libertà religiosa, costituzionalmente garantita. L’ho voluto fare esprimendo il mio pensiero in maniera sobria e pacata, come sono abituato a fare. Sono dunque francamente sorpreso dalla reazione scomposta del Sindaco di Thiene, Gianantonio Michelusi detto Giampi, che evidentemente sopraffatto dal livore tipico di chi si sente colto in flagrante, ha dapprima tentato di difendere la sua posizione affermando di non aver violato nessuna norma o regolamento, arrivando infine ad accusarmi di fomentare l’odio razziale alla conclusione di un ragionamento surreale. Se Michelusi fosse in grado di comprendere anche lontanamente la gravità delle sue accuse, sono certo si scuserebbe con la maggioranza silenziosa della comunità thienese, imbarazzata davanti all’evidente tentativo di piegare l’azione amministrativa sulla base delle istanze di piccoli ma esigenti gruppi. Consiglio a Michelusi di sforzarsi di comprendere la riflessione di buonsenso che gli è stata proposta, dotandosi di maggiore cautela prima di abbozzare nervosamente altre dichiarazioni, nonché concentrandosi prioritariamente sui crescenti malumori interni alla sua compagine politica.”
Lo dichiara il Deputato vicentino della Lega, Erik Pretto, in risposta alle recenti esternazioni del Sindaco di Thiene.
Sui fatti di domenica scorsa, è intervenuta anche il Pd regionale
“La polemica innescata da esponenti della destra attorno al momento di preghiera della comunità bengalese che si è tenuta al parco di villa Fabris a Thiene è puramente strumentale”, dichiara la consigliera regionale del Pd Veneto, Chiara Luisetto.
“La riprova che Lega e FdI non sono in buona fede è dimostrata dal fatto che tacciono totalmente sulla condivisione della festa, tra uomini e donne, che è seguita alla preghiera. E, poi, da che pulpito viene la predica: basti pensare allo sdegno espresso da FdI a Padova sull’indicazione dell’amministrazione comunale di non suddividere per genere le file ai seggi in occasione delle recenti elezioni. Questo, per non creare difficoltà alle persone in transizione. Insomma, questi finti paladini dei diritti avevano un unico obiettivo: quello di un attacco gratuito e strumentale”.
Le dichiarazioni del presidente dell  ’Associazione Bangladesh per la Pace
    In risposta alle affermazioni del Deputato vicentino della Lega, Erik Pretto, riguardo alla preghiera comunitaria musulmana svoltasi a Thiene, Sultan Sarkar, presidente dell’Associazione Bangladesh per la Pace, ha dichiarato quanto segue: “Con sconcerto ho appreso delle parole del Deputato Pretto sulla preghiera di Eid svoltasi a Villa Fabris. È importante chiarire che, nella religione islamica, le donne godono di libertà nelle loro scelte e occupano una posizione di rispetto e dignità. La decisione delle donne di pregare in un luogo coperto durante l’occasione di Eid è una scelta consapevole che mira alla loro protezione e al loro benessere, non ha nulla a che fare con l’idea di nasconderle o renderle succubi agli uomini. Senza un posto coperto, le donne stesse non avrebbero partecipato alla preghiera tenuta in Villa Fabris, dimostrando come queste misure siano adottate per facilitare e rispettare la loro partecipazione attiva. L’Islam enfatizza la protezione delle donne, sottolineando che devono essere trattate con rispetto e onore. Inoltre, ogni religione ha le proprie istituzioni e regole su come praticare la fede. Il fatto che le donne preghino dietro agli uomini non è un segno di inferiorità, ma una disposizione pratica che ha radici nelle tradizioni e negli insegnamenti del Corano. Questo arrangiamento durante la preghiera non implica che le donne siano di secondo rango; al contrario, riflette l’importanza della modestia e del rispetto reciproco. È fondamentale comprendere che il ruolo delle donne nell’Islam è definito da un equilibrio di diritti e doveri, e che la protezione delle donne è un principio cardine della fede islamica. Dopo la preghiera, donne, uomini e bambini hanno celebrato la festività insieme senza alcun tipo di divario, dimostrando unione e rispetto reciproco. Storicamente, le donne musulmane hanno avuto ruoli significativi e rispettati all’interno della società. Ad esempio, Khadija, la prima moglie del Profeta Muhammad, era una donna d’affari di successo e una figura influente. Aisha, un’altra delle sue mogli, è stata una delle più importanti erudite e insegnanti dell’Islam. Questi esempi storici mostrano che le donne hanno sempre avuto un ruolo attivo e rispettato nella comunità islamica. Prima di divulgare informazioni sulle pratiche islamiche, è essenziale informarsi adeguatamente e comprendere il contesto culturale e religioso per evitare malintesi e rappresentazioni errate. Se si vuole parlare di cultura italiana e dei fondamenti su cui si basa, è importante ricordare che essa si fonda anche sulla libertà di professare i propri ideali e sul rispetto per l’altro.”
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia