Da giorni le aziende agricole di Coldiretti hanno iniziato ad esporre, orgogliose dell’appartenenza all’Associazione, le bandiere di Orgoglio Coldiretti, dove campeggia il tricolore, chiaro richiamo all’italianità, alle produzioni Made in Italy di cui si parla con fierezza. È questa la giusta premessa all’assemblea Orgoglio Coldiretti che la Federazione di Vicenza ha proposto al GHV Hotel di Creazzo, in una sala con oltre 300 soci giunti da tutta la provincia berica per celebrare gli 80 anni di storia dell’Associazione maggiormente rappresentativa del mondo agricolo. Un appuntamento organizzato in contemporanea in tutta Italia, con il coinvolgimento di 50mila imprenditori agricoli in 96 province italiane, con oltre 3mila associati riuniti nei sette capoluoghi veneti.

Il direttore Simone Ciampoli ha aperto la giornata ripercorrendo gli 80 anni di vita di Coldiretti e, in particolare, i tre momenti salienti. “Siamo stati interpreti attivi della riforma agraria – ha spiegato il direttore Ciampoli – con uomini che volevano portare a casa dei risultati, togliendo i terreni ai latifondisti per dare vita a quella che oggi è diventata una rete irrinunciabile di imprese agricole nel territorio. Sono trascorsi anni e, nel 2001, abbiamo contribuito all’approvazione della legge di orientamento, che ha consentito a quelle stesse aziende agricole di crescere e di guardare al futuro strizzando l’occhio alla competitività e, il più delle volte, mettendosi duramente in discussione. E, infine, non possiamo dimenticare il Patto con il consumatore, un momento emblematico per Coldiretti, in quanto l’attenzione, prima incentrata sugli associati, si è orientata anche al cittadino consumatore, che oggi è diventato il principale alleato delle battaglie portate avanti quotidianamente”.

Un racconto narrato dagli stessi protagonisti, ovvero senior, giovani e donne che sono gli ambasciatori di un’eredità fatta di battaglie e conquiste. Così Giuseppe Zuechgià presidente di Coldiretti Vicenza, ha raccontato la propria esperienza, fatta di entusiasmo e lotte per garantire al mondo agricolo di conquistare posizioni. “Bonomi, quando ha fondato Coldiretti, ha avuto un’intuizione straordinaria – spiega Zuech – in quanto è riuscito a dar vita all’Organizzazione maggiormente rappresentativa del settore. E l’ha fatto trascinato da una forte convinzione e con al fianco persone motivate e rette. Dopo un lungo percorso associativo e politico, nel 1976 sono approdato al Parlamento ed ho lavorato al fianco di persone che hanno fatto grande il nostro Paese. Ricordo il ministro Giuseppe Marcora, che aveva molto a cuore l’agricoltura e la crescita dell’Italia, ma anche l’europarlamentare vicentino Franco Borgo, fautore della normativa sui prodotti Dop ed Igp. Tutto ciò è stato possibile grazie ad un intenso percorso che è stato fortemente condizionato dalla formazione. Ed a tal proposito non si possono dimenticare i campi scuola promossi da don Giuseppe Garzaro, consigliere ecclesiastico di Coldiretti Vicenza”.

Gli intervenuti all’incontro, affascinati dai video storici proiettati, hanno ascoltato con interesse anche la testimonianza di Michela Menti: “la mia azienda di famiglia è cresciuta proprio grazie alla legge di orientamento, che ci ha consentito di ampliare l’attività dall’allevamento all’agriturismo e, più recentemente, offrendo anche l’ospitalità.

Un percorso appassionante che ha coinvolto tutta la famiglia e ci ha fatto crescere non solo professionalmente”. Parole cui fa eco anche il racconto di Raffaele Cogo, attuale presidente di Campagna Amica: “da dipendente di Coldiretti sono diventato un socio ed oggi devo ringraziare l’Associazione per la crescita personale e professionale che ho compiuto e che mi ha permesso di far crescere anche la mia famiglia. La vendita diretta, infatti, è una straordinaria opportunità per noi agricoltori ed allevatori, così come lo è per il cittadino consumatore, che può avvicinarsi al nostro mondo scoprendo con noi quanta passione ci mettiamo e quanti sacrifici facciamo per garantire ogni giorno la qualità dei prodotti”. Un itinerario che ha fin dagli albori visto al centro anche i Giovani, come ha testimoniato la delegata Ilaria Pizzolato: “essere Coldiretti vuol dire credere nelle battaglie che l’Associazione promuove, come la recente mobilitazione al Brennero, che ci ha visti compatti, dal Vicentino, manifestare contro chi mina quotidianamente la nostra economia e mette a rischio le nostro produzioni”. Concetti ribaditi anche da Christian Vighini di Coldiretti Giovani Impresa: “quando la Guardia di finanza apriva i tir contenenti prodotti stranieri destinati a diventare italiani appena varcato il confine, in tutti noi si accendeva una grande rabbia, consapevoli che in quel momento si stava compiendo un’ingiustizia ai danni delle nostre imprese e della nostra Italia”.

E a premere sull’acceleratore anche la vicepresidente di Coldiretti Vicenza, Cristina Zen: “Coldiretti è come la Ferrari, un’auto dalle potenzialità straordinarie, che va sfruttata. Sta nei soci ed in chi ancora non fa parte di Coldiretti decidere di compiere questa scelta, per dar seguito alle battaglie di civiltà che l’associazione porta avanti, per il mondo agricolo e per i cittadini”.

Le conclusioni sono state affidate al presidente di Coldiretti Vicenza, Pietro Guderzo, che nel ricordare l’orgoglio di essere un agricoltore ha precisato che “da oltre vent’anni ci battiamo per la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti agroalimentari per garantire ai consumatori cibo genuino ed autentico. Il vero Made in Italy alimentare lo facciamo noi con quella parte dell’agroindustria e della distribuzione che non si piega al prezzo più basso, ma valorizza con noi il lavoro di migliaia di imprenditori. Questa assemblea rappresenta l’occasione per rilanciare l’abolizione del codice doganale, che consente a materie prime estere di diventare prodotti italiani e portare all’attenzione di tutti i soci le iniziative in corso che Coldiretti porta avanti per fermare le importazioni sleali e dare dignità al nostro lavoro. Le sfide continuano con una raccolta firme per chiedere l’origine in etichetta per tutti i prodotti in #UE. Non dimentichiamo, poi, l’annoso tema della fauna selvatica, che va affrontato anche con decisione politica: la presenza incontrollata di animali selvaggi compromette l’equilibrio idrogeologico del territorio e la sicurezza dei cittadini oltre che dei produttori”.

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