Mobilitazione sindacale contro gli stessi sindacati lunedì 1 febbraio dalle 16 di fronte alla sede della Cgil a Vicenza. A promuoverlo la rappresentanza di Rsu/Usb, che critica aspramente Cgil, Cisl, Uil e Fiadel che hanno firmato un accordo con le associazioni datoriali per rinviare il rinnovo delle RSU a giugno 2021 “lasciano di fatto i lavoratori del settore Ambiente senza qualcuno che parli a loro nome”.
La denuncia arriva da Luc Thibault, segretario dei Rsu/Usb che contesta alla direzione di Ava (Alto Vicentino Ambiente) “di averci chiesto di consegnare le chiavi della bacheca sindacale”.
Thibault non nasconde la responsabilità di Cgil Cisl Uil Fiadel che “hanno firmato un accordo con le associazioni datoriali per rinviare il rinnovo delle RSU a giugno 2021”. Spiega: “Invece di prorogare fino a nuove elezioni le RSU in carica, queste sono decadute dal 1° gennaio 2021, con passaggio dell’esclusiva titolarità negoziale dai rappresentanti eletti dai lavoratori alle segreterie territoriali dei sindacati padronali. Uno schiaffo alla democrazia e alla libertà dei lavoratori di scegliere i propri rappresentanti; un atto arrogante che trova il suo culmine nell’appropriazione indebita anche dei permessi sindacali delle stesse RSU. Adesso lo hanno fatto per quelli del settore Gas-Acqua, chi sarà il prossimo? L’accordo fra Cgil Cisl Uil Fiadel e Utilitalia – continua il sindacalista – ha licenziato le RSU e, causa pandemia, sospeso il loro rinnovo. Accade proprio mentre i lavoratori protestano perché le aziende antepongono il servizio al pericolo di contagio e si contano le vittime da Covid-19. Così i burocrati di Cgil Cisl Uil Fiadel decidono di blindare i tavoli di trattativa mettendo il bavaglio alle rappresentanze elette dai lavoratori, derubandoli della rappresentatività e del diritto al negoziato, per non disturbare il manovratore. Le aziende preferiscono interlocutori sensibili alle ragioni del profitto, della produttività e della competitività prima ancora dei diritti, della salute e dei salari dei loro dipendenti. Per questo scelgono sindacati di fiducia, compiacenti e disponibili a condividere le esigenze padronali. In cambio concedono l’esclusiva nei tavoli di trattativa, il monopolio delle assemblee e delle informative nei luoghi di lavoro, carriere aziendali per i dirigenti sindacali, poltrone nei fondi integrativi, in cui ‘padroni’ e sindacati siedono insieme nei CdA. Ovviamente il prezzo di questo sistema concertativo lo pagano i lavoratori. Per assicurarsi i privilegi e le concessioni dei ‘padroni’, i sindacati di comodo devono firmare accordi ma soprattutto contratti che abbattano il costo del lavoro, attraverso l’introduzione di livelli sempre più bassi, l’aumento dell’orario di lavoro a parità di salario, la riduzione delle maggiorazioni su straordinario, l’azzeramento delle indennità, la penalizzazione della malattia, la precarizzazione del lavoro nella giungla degli appalti. Eventuali incrementi salariali vengono versati obbligatoriamente nei fondi integrativi a beneficio delle assicurazioni e della sanità privata. Per accedere al cerchio magico di Confindustria e ai salotti buoni, i sindacati di comodo devono anche garantire la pace sociale attraverso la sospensione dei diritti sindacali e della democrazia nei luoghi di lavoro. La rappresentatività si compra tanto al chilo al mercato delle tessere mentre le rappresentanze elette dai lavoratori sono ostaggio delle segreterie nazionali di Cgil Cisl Uil Fiadel, che decidono con le aziende quando possono parlare e quando devono essere licenziate. La verità è che nel settore d’Igiene Ambientale, i lavoratori hanno messo pesantemente in discussione la legittimità di Cgil Cisl Uil Fiadel a rappresentarli, bocciando sonoramente l’ultimo rinnovo del CCNL. Ma forti della complicità delle associazioni datoriali hanno manipolato le consultazioni e osteggiato insieme alle aziende la titolarità della RSU nella contrattazione di 2° livello. Il gioco è chiaro – conclude Thibault – Ora che si apprestano all’ennesimo rinnovo del CCNL, scaduto nel luglio scorso, non potendo contare sul consenso e sul numero delle tessere che si assottigliano di anno in anno, la tattica è quella di tenere i lavoratori e le loro rappresentanze elette democraticamente fuori dai tavoli di trattativa e senza nessuna agibilità sindacale. USB considera illegittimo e antidemocratico l’azzeramento delle rappresentanze elette dai lavoratori e non accetterà in alcun modo che dietro il dramma della pandemia si consumi l’ennesimo scippo dei diritti e della democrazia sindacale. USB invita tutti i lavoratori e le lavoratrici alla mobilitazione per ripristinare la democrazia nei propri posti di lavoro. Lunedi 1 febbraio 2021 saremo di fronte alla sede della CGIL di Vicenza a partire dalle 16.00, per protestare contro chi ha delegittimato le RSU”.
di Redazione Altovicentinonline