E’ un libro di poesie e immagini che raccontano pensieri, emozioni, gioie, fatiche e contraddizioni vissuti dall’autrice nel percorrere la strada verso la conoscenza di se stessa. Un viaggio interiore che colpisce e a tratti è un cazzotto nello stomaco per quel quasi smontarsi l’anima e metterla a disposizione del lettore, che arriva a provare sentimenti di gratitudine per una scrittrice che non si fermerà qui.
𝐌𝐞𝐫𝐜𝐨𝐥𝐞𝐝𝐢̀ 𝟐𝟔 𝐠𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 all’𝐄𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐒. 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐞𝐧𝐠𝐢𝐨, Anna Rita Pendin, talentuosa penna che si divide tra Villaverla e Isola Vicentina ha presentato la sua fatica letteraria “Se mi perdo mi cerco”.

 

“Sono nata l’8 agosto 1970 insieme a un temporale tanto atteso: un cielo in burrasca che accoglieva l’eco del mio primo respiro e del mio pianto.  – racconta di sè – .Ed è un po’ così che mi sento in questa vita: terra d’estate impastata di pioggia e vento. Vita che desidera vita, che ama la vita e chiama vita. Giacomo, Tomaso, Mariasole, Leonardo e Benedetta, i miei figli, hanno risposto “sì” a questo richiamo. E lo scrivere di oggi è la mia impronta di gratitudine alla vita per la misteriosa bellezza racchiusa sia nei giorni sereni sia nei temporali”.

“Le parole di queste poesie sono figlie della terra, o per meglio dire, figlie di una promessa di bimba arrabbiata, alla terra. Avevo poco più di dieci anni, quando ho scavato un buco profondo tutta me e interrato il mio “no” alla scrittura, inciso su un foglietto impastato di fango. La terra però si sa, è Madre, custode di segreti, e nel suo movimento rotatorio, con la benedizione del sole, rivoluziona anche quanto contiene in sé. Allora può accadere che alcuni semi germoglino al contrario e, dove tu seppellisci un no, lei faccia fiorire un sì. Oggi, nel ricordare il momento di quella promessa e tutto il dolore in essa racchiuso, mi sono permessa di non mantenerla. Così nasce “Se mi perdo mi cerco”, poesie che raccontano pensieri, emozioni, gioie, fatiche e contraddizioni vissuti nel percorrere la strada verso me”.

N.B.

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