All’inizio della tanto attesa ‘fase 2’ dell’emergenza covid, per rassicurare sulle sorti dell’ospedale di Santorso scende in campo anche Fratelli d’Italia. E lo fa attraverso due punte di diamante della sua rappresentanza: il deputato italiano al Parlamento Europeo Sergio Berlato e Vincenzo Forte, dirigente provinciale FDI Vicenza e membro dell’Assemblea Nazionale del partito.
“La popolazione e gli stessi operatori sanitari sono stati più volte rassicurati sul fatto che ad emergenza finita tutto tornerà come prima – hanno spiegano Berlato e Forte riferendosi alle ribadite promesse del governatore Luca Zaia, dell’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin e del commissario della Ulss 7 Bortolo Simoni – Se gli impegni assunti nei confronti della cittadinanza e del personale sanitario non dovessero essere pienamente rispettati, faremo sentire con forza la nostra voce, coinvolgendo i sindaci del territorio, i cittadini e tutte le categorie coinvolte per pretendere non solo il ripristino della normalità sanitaria appena passata l’emergenza Covid, ma che si torni anche ad investire su di una struttura che ha dimostrato di poter giocare un ruolo centrale nella possibilità di garantire un servizio sanitario efficiente e qualitativamente elevato al comprensorio dell’Alto Vicentino. I cittadini del comprensorio che in questi mesi hanno subito tanti disagi affrontandoli con spirito di solidarietà e con grande senso di responsabilità meritano rispetto e attenzione”.
Berlato e Forte non mancano di sottolineare l’annoso dilemma che da anni ormai dilania la Ulss 7: c’è davvero parità tra gli ospedali spoke di Santorso e Bassano oppure, visto che in Regione il territorio bassanese è più rappresentato, è ben fondato il timore che alla fine l’Alto Vicentino subisca una ‘menomazione’ proprio nel suo ospedale?
Berlato e Forte, d’accordo nel difendere l’esistenza della Ulss 7 pedemontana staccata dalla provinciale nonostante l’anomali di non avere al suo interno un ospedale hub, hanno deciso di tenere d’occhio la situazione e rassicurano che faranno la loro parte affinchè l’ospedale di Santorso non torni solo come prima, ma addirittura meglio di prima, ipotizzando investimenti importanti.
La disparità tra Santorso e Bassano
“La stesura del piano sanitario con la creazione dell’azienda Pedemontana era stata accompagnata con la dichiarata promessa che vi sarebbe stata assoluta parificazione degli ospedali di Santorso e di Bassano del Grappa, in un piano di complementarietà e di equa allocazione delle unità operative e dei servizi. Le stesse schede ospedaliere, nella loro prima stesura, ponevano presso l’ospedale di Santorso, tra le altre, le Uoc di oncologia, malattie infettive e l’attività di emodinamica nel mentre allocava a Bassano del Grappa le Uoc di urologia e dialisi. Ricordiamo – proseguono gli esponenti di Fratelli d’Italia – che in un secondo momento è stata poi attuata una nuova riscrittura delle schede prevedendo anche nell’Ospedale di Bassano del Grappa un servizio di emodinamica e un’UOC (Unità Operativa Complessa) di oncologia rendendo, di fatto, evidente una sperequazione allocativa. In quel caso l’unica compensazione per Santorso era stata il mantenimento del primariato di Otorinolaringoiatria, abolito nella prima stesura. Va anche sottolineato che le UOC di ortopedia erano differenziate connotando quella posta a Santorso a solo indirizzo traumatologico dimenticando come detta unità fosse stata identificata come centro regionale di riferimento per la chirurgia vertebrale. Il quadro attuativo ha determinato il ricorso al pensionamento da parte di molti professionisti aventi i requisiti per la quiescenza e trasferimenti in altre sedi dei più giovani. Dalle notizie che abbiamo, sembra che molte unità operative siano a organico ridotto con numeri talmente esigui da impedire una normale programmazione delle attività sanitarie (ortopedia, neurologia, pronto soccorso). Quello che sembrerebbe prospettarsi all’orizzonte è un ulteriore ridimensionamento di Santorso, essendo, a quanto pare, a rischio anche l’unità operativa a valenza dipartimentale di emodinamica e le unità operative semplici di medicina sportiva e di riabilitazione cardiologica. Quest’ultima era stata artefice di un nuovo modo di riabilitare i pazienti cardiopatici offrendo le prestazioni in ambito ambulatoriale e non in regime di ricovero, quasi sempre offerto da strutture private con notevole esborso economico. La recente epidemia di Covid-19 ha individuato come Covid-center provinciale proprio l’ospedale di Santorso ritenendo che tale organizzazione meglio si accordasse al trattamento della pandemia nell’intera provincia”.
A.B.