“Penso che debbano essere preservate le prerogative delle Regioni, ma non perché faccio il sindacalista delle regioni, perché guardo i dati. Guardo il mio controllo di gestione, guardo l’efficienza della mia sanità, vedo che siamo la prima sanità d’Italia. Ma mi permetto di dire una cosa: è giusto che ci sia un ruolo di Catone Censore a livello nazionale, per carità. Uno può venire a chiederti i dati, ci mancherebbe, anche nell’interesse della comunità, siamo un paese unito. Ma che passi l’idea che il Catone Censore nazionale arriva in Veneto e sistema, come Superman, il problema delle liste d’attesa a me non va bene. Se sei così bravo dovresti spiegare ai cittadini come mai hai due regioni commissariate da Roma e le liste d’attesa in quelle due regioni sono assolutamente problematiche.” Lo ha detto Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, in risposta ad Annalisa Chirico che aveva citato l’intervista di Attilio Fontana su autonomia e sanità, il decreto sui poteri sostitutivi dello stato nei confronti delle regioni inadempienti sulle liste d’attesa, e anche l’odg della Conferenza Stato-Regioni di oggi. Zaia era in diretta su Ping Pong, Rai Radio1. “Se tu fossi così bravo, da stato centrale, a gestire le liste d’attesa lo dovresti dimostrare per le regioni già commissariate. Quindi come posso accettare il controllo, anche inquirente, da parte di chi anche dove gestisce non produce risultati?”. E sulle regioni che fanno peggio del Veneto: “A quel punto le commissari. Noi siamo passati da 500 mila persone in attesa di una telefonata post Covid, è stata una tragedia il Covid, oggi ne abbiamo 13mila in attesa. Questo è il grande lavoro che fanno i miei sanitari. Abbiamo un aumento della produzione del 5%, nonostante non si dica mai che mancano 50mila medici in Italia. A me ne mancano 3500, ho fatto 212 concorsi nel 2024 per 4900 posti: sono riuscito ad assumerne 1700. Questi sono i problemi, a Roma hanno fatto un disastro con numero chiuso”.