L’idea di Salvini è quella di un “grande progetto di educazione civica”, del quale – annuncia proprio da Vicenza – la Lega ha quasi terminato la stesura da proporre in Parlamento. Insomma, Salvini non parla di reintrodurre la vecchia naja, “com’era ai miei tempi, quando quello di Udine lo mandavano a Bari, e quello di Bari a Cuneo”. Quello della Lega, spiega davanti agli alpini a Vicenza, “è un progetto su base regionale, con persone che si possono dedicare al salvataggio, alla protezione civile, al pronto soccorso, alla protezione dei boschi”. Il tema della leva viene posto sempre a Vicenza anche a Crosetto. Il ministro risponde ai giornalisti, non sapendo che anche Salvini ha già parlato di questo.
E ribadisce la sua posizione: “le forze armate servono per fare professionisti, che difendono le istituzioni e la pace. Il servizio civile universale non è una cosa che riguarda le forze armate”. Il dibattito è avviato, e vede posizioni contrastanti anche negli stessi partiti del centrodestra. Se Crosetto allontana l’idea di una nuova coscrizione nell’esercito, la sua collega di Fratelli d’Italia, l’assessore veneto Elena Donazzan – famiglia di tradizione alpina – non ha dubbi: “il servizio di leva obbligatorio per i giovani va reintrodotto – dice – Va reintrodotto per educare ai doveri e non solo ai diritti. In uno scenario in cui ci sono situazioni di fragilità e di rischio per la nazione, è fondamentale educare i nostri giovani al servizio per la Patria”.
Nel quadro europeo vi sono già stati cambi di linea decisi sulla leva: se la Norvegia ha annunciato che aumenterà il numero dei soldati arruolati, la Danimarca intende estendere la coscrizione alle donne e aumentare la durata del servizio, la Lettonia e la Svezia hanno recentemente ripreso il servizio militare. In una giornata di festa, davanti a mezzo milione di persone, in una sfilata che ha avuto come slogan principale negli striscioni “il sogno di pace degli alpini”, la stessa Ana (Asociazione nazionale alpini) è uscita con una nota ufficiale, spiegando che in tema di servizio di leva “si auspica un ritorno non al vecchio sistema, ma ad un servizio obbligatorio per tutti i giovani di formazione al servizio della nazione. Quello militare dovrebbe essere un’opzione per chi voglia seguire un corso specifico”. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, di cui è nota la storia di obiezione, ha risposto invece così: “la leva obbligatoria? Non so in che forme si farà, se ne sta parlando. Sono personalmente a favore dell’esperienza che si può fare spendendosi a favore della propria comunità, come gli alpini ci insegnano. Lo dico da obiettore di coscienza, ho fatto assistendo disabili e anziani”. Tra i contrari al ritorno del ‘militare’ anche Maurizio Lupi, di Noi Moderati: “la reintroduzione del servizio di leva militare obbligatorio non è e non potrà mai essere uno strumento per educare i giovani. La situazione geopolitica però ci però far riflettere su una carenza, quella di una difesa comune europea”.
Tra gli alpini a Vicenza si ricordano le battaglie dei padri e dei nonni con il cappello dalla penna nera. Il presidente Sergio Mattarella – nel messaggio agli organizzatori dell’adunata – ne ha voluto sottolineare soprattutto “l’opera meritoria di rinnovo del legame tra le generazioni” e l’alto senso civico di “un servizio che il sodalizio svolge nell’ambito delle attività di volontariato all’interno del sistema di Protezione Civile Nazionale, prova dell’impegno e dell’altruismo a favore di tutta la collettività”.
Ansa