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“Regionalizzare le reti dell’energia e dei trasporti sareppe un pasticcio”. L’Italia si mobilita contro l’Autonomia

Il testo della legge sull’autonomia “è un pasticcio e non può portare che problemi ai nostri cittadini, anche in Veneto dove l’idea dell’autonomia è assai popolare”. Lo afferma il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale del Veneto, Arturo Lorenzoni, annunciando di aver firmato “con convinzione per il referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata”. Per Lorenzoni, “non si può procedere per ideologia, serve concretezza e idee chiare, che mancano a questa maggioranza”. Facendo un esempio, conclude, “regionalizzare le reti dell’energia e dei trasporti, per parlare di ciò che conosco bene, sarebbe una iattura”.

“Zaia ha esultato per la legge sull’autonomia, approvata a colpi di maggioranza, senza aver raggiunto nemmeno il 50% dei voti alla Camera, senza una discussione aperta e persino mal sopportata dalla maggioranza stessa. E arriva persino a definire il referendum abrogativo come divisivo e addirittura antidemocratico. Parole gravi, che dimostrano come Zaia sia mancante di spirito autenticamente democratico”. Ha detto, invece,  la capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Vanessa Camani.

“Se in questa vicenda c’è qualcosa che spacca in due l’Italia è proprio il modo con il quale è stata introdotta la legge Calderoli. Imposta in modo arrogante, unica via che rimaneva a Zaia e alla Lega, incapaci di convincere tutti gli italiani sulla loro proposta. È evidente il livore e il fastidio del presidente nei confronti di un’iniziativa popolare che offre ora ai cittadini la possibilità di esprimersi, chiedendo l’eliminazione di questa riforma che rischia di aumentare le diseguaglianze tra territori e tra persone. Zaia scenda sul terreno del confronto politico e popolare, che è insito in una consultazione referendaria, invece di pontificare dall’alto della sua presunzione. La sua prepotenza deve finire”.

ZECCHINATO: “NON SI VOGLIONO COMPRENDERE I VANTAGGI DELL’AUTONOMIA”

I “vantaggi della riforma dell’autonomia differenziata continuano ad essere purtroppo poco compresi, e si rischia una narrazione scorretta e ideologica”. Per questo, dato che la legge regionale veneta che istituisce la Giornata dell’Autonomia prevede anche l’organizzazione di convegni per approfondire e studiare i vantaggi del decentramento dei servizi, “proporrò di invitare a queste tavole rotonde anche il presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto e il senatore dem, Andrea Martella”. Lo dice il consigliere regionale Marco Zecchinato (Lega-Lv), in risposta alle polemiche sul referendum per abolire la legge sull’Autonomia differenziata. “I dubbi esternati dal presidente Occhiuto, e del segretario del Pd Veneto, Andrea Martella, intento a raccogliere firme per cancellare la più grande riforma del Paese degli ultimi anni, sono lì a confermarlo: serve fare cultura autonomistica, spiegare le ragioni e soprattutto gli innumerevoli vantaggi che porta l’autonomia”, insiste Zecchinato. E l’uscita dei consiglieri regionali del Pd dall’aula dell’Assemblea veneta al momento del voto “della mia legge sulla Giornata dell’autonomia, del resto, è l’evidenza che sulla riforma più importante del Paese, serve prima di tutto togliersi i vestiti ideologici e guardare ai vantaggi per i territori. Vantaggi che sono davvero tantissimi, anche e soprattutto per quelle regioni del Sud che meriterebbero una opportunità di fiducia anziché il solito no su tutto”, conclude.

LA STORIA DEI PORTI

“L’inserimento dei porti nelle 23 materie che potranno essere completamente regionalizzate a seguito della legge sull’‘Autonomia  approvata recentemente dal Parlamento è una scelta che fuori dal tempo e che contrasta nettamente con le richieste del settore portuale.
Sono passati quasi due anni dall’avvio della discussione sulla portualità in commissione parlamentare Trasporti, ma dal Governo nessuna proposta di visione complessiva e zero atti concreti, solo azioni contrastanti con le richieste del mondo portuale.

Il settore ha chiesto meno burocrazia e più semplificazione e per tutta risposta si propone di sottoporre le attività portuali a un ulteriore parcellizzazione autorizzativa e decisionale che appesantirà le attività e renderà meno competitivi gli scali.
Siamo di fronte a un governo dei due pesi e due misure; da una lato la legge spacca Italia, che potremmo definire anche spacca porti, se applicata al settore, che ha preso velocemente forma, mentre dall’altro, si registra un silenzio assordante su sicurezza e miglioramento delle condizioni dei lavoratori, come lo sblocco del fondo per l’incentivo all’esodo e il riconoscimento del lavoro usurante, che come PD chiediamo da tempo. Così come non registriamo passi avanti sul rinnovo del contratto nazionale in stallo da molti mesi, uno stallo che colpisce tutele e sicurezze dei lavoratori e sul quale chiederemo al Governo di farsi parte attiva per lo sblocco con la stessa solerzia con cui ha portato avanti il percorso di autonomia differenziata. In un mercato della logistica soggetto a interconnessioni globali, con la grande centralità delle reti transeuropee, la frammentazione delle politiche del governo rischia di compromettere competitività e tenuta del sistema economico oltre che, anche in assenza delle misure a tutela del lavoro richieste, di rendere più fragili i lavoratori e le lavoratrici del settore.  È il momento di uscire dalla logica degli accordi di maggioranza per dare le risposte che il sistema e i lavoratori portuali attendono da troppo tempo”. Aveva detto nei giorni scorsi,  in una nota Valentina Ghio deputata PD, componente Commissione trasporti alla Camera.

OLTRE 200MILA FIRME IN POCHE ORE, AVVISO AL GOVERNO

“Speravamo molto nella mobilitazione contro l’autonomia differenziata ma in questa misura no. Noi stiamo spingendo molto sulla piattaforma on line e raccogliendo firme nelle feste dell’unità, ma c’è una mobilitazione generale nel paese che solo Meloni non vede. Questa sarà una nuova estate militante dopo quella dell’anno scorso che ci ha porto’ alla presentazione unitaria delle opposizioni della legge sul salario minimo. E anche lì la destra ignorò il paese reale votando contro il salario minimo in Parlamento. Ora come un anno fa c’è una grave sottovalutazione da parte del governo dei loro errori. L’autonomia di Calderoli è un clamoroso autogol”. Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una intervista a Repubblica ed. Bari. “Il Pd di Elly Schlein – continua il senatore dem – fa quello che promette e lo fa vivendo per strada. È un partito di mobilitazione permanente. Abbiamo oltre 4500 circoli. Scherzando, ma non troppo, io dico che sulla presenza territoriale siamo secondi solo alla Chiesa cattolica, ai Carabinieri e a Poste italiane. La capillarità della nostra rete aiuta. Però va detto anche che Cgil, Uil, anpi e tutte le associazioni che hanno aderito stanno facendo un grandissimo lavoro. E c’è un fronte molto ampio, nato con la manifestazione del 19 giugno in piazza Santi Apostoli. Lì è nato il fronte costituzionale. Gli italiani hanno capito che quello che il governo vuole approvare è uno spacca Italia. Una riforma che non attua il principio di sussidiarietà ma crea venti piccoli e caotici staterelli. Quella che invece vuole approvare il governo Meloni è l’autonomia del portafogli che crea un nuovo centralismo regionale. Va ad incidere sull’assistenza alle persone, dai nido agli anziani. Sul trasporto pubblico locale. Sull’organizzazione della scuola e della sanità. E’ tutto quello che interessa alla Lega perché vogliono tenersi le risorse e non partecipare alla distribuzione dei fondi di perequazione. Ma hanno fatto male i loro conti perché anche i settentrionali hanno capito che questo danneggia anche il Nord. Perché anche lì hai aree più ricche e aree meno ricche. La Lombardia ha bisogno di potenziare il trasporto pubblico locale non a Milano centro dove i problemi sono altri, ma nelle valli, sulla Pedemontana, dove hanno gli stessi problemi del Gargano o dell’Aspromonte. Devi mettere più scuola e sanità dove vive meno gente o dove ci sono redditi bassi. Lo schema della Lega è il contrario. Noi diciamo che prima bisogna mettere a posto le diseguaglianze. Per i livelli essenziali delle prestazioni servono almeno 80-100 miliardi”. “Troviamoli – conclude Boccia – realizziamo queste opere e poi parliamo di un’autonomia che semplifichi la vita dei cittadini, ma senza creare nuove, ulteriori diseguaglianze. E interpretando in maniera corretta il principio della sussidiarietà”.

“200 mila firme in poche ore. È la risposta giusta ad una legge profondamente sbagliata”. Lo scrive sui social Roberto Speranza, commentando a caldo il numero di firme raccolte per i referendum contro l’autonomia differenziata.

“Oltre 200 mila firme raccolte in appena 72 ore per il referendum contro l’autonomia differenziata, un boom di partecipazione che testimonia la determinazione e l’opposizione dei cittadini a una legge che mina la coesione sociale e l’unità del Paese. Un segnale importante, un chiaro avviso al Governo che dice senza mezzi termini: l’Italia non si spacca, non resteremo a guardare inermi”. Lo scrive su X il leader M5s Giuseppe Conte.