di Federico Piazza
L’economia vicentina ristagna nel 2023: rallentano produzione, fatturati, ordini ed export. La frenata interessa la maggior parte della manifattura. Ma nei primi nove mesi dell’anno l’occupazione nelle aziende private iscritte al Registro delle Imprese è cresciuta. E le aziende continuano a far fatica a trovare personale. È questo in massima sintesi quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Provinciale sull’Economia e il Lavoro della Camera di Commercio di Vicenza, presentati oggi, mercoledì 22 novembre.
La congiuntura attuale
Nel terzo trimestre 2023 la produzione industriale in provincia di Vicenza è rimasta invariata rispetto al secondo trimestre (+0,1%) ma è nettamente diminuita rispetto allo stesso periodo del 2022 (-4%). Anche il fatturato delle imprese è in calo sia su base congiunturale (-0,8%) sia su base tendenziale (-3,9%): un dato che gli analisti dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio leggono soprattutto come un riallineamento a quello della produzione, risultato di un parziale rientro delle tensioni sui prezzi alla produzione. Negativo è anche il dato sugli ordini acquisti delle imprese sia per il mercato interno (-2,7% congiunturale, -5,7% tendenziale) sia per l’estero (invariato rispetto al secondo trimestre 2023 che pure aveva fatto segnare un -2,1% sul primo trimestre, -3,8% rispetto al terzo trimestre 2022).
In contrazione gli investimenti. In particolare quelli finanziati dalle banche: l’ammontare totale dei prestiti alle imprese si è ridotto del 5,5% rispetto alla seconda metà dell’anno scorso, scendendo a 13,2 miliardi di euro (dato aggiornato al 31 agosto 2023). Calo più marcato nel manifatturiero (-7,5%). Pesa l’aumento del costo del denaro deciso dalla Bce per contrastare l’inflazione
In aumento la cassa integrazione guadagni CIG sia nel terzo trimestre (+3,1% rispetto al secondo trimestre, pari a 3,2 milioni di ore autorizzate) sia nei primi nove mesi dell’anno rispetto al 2022. Ma in termini assoluti l’occupazione nel privato in provincia di Vicenza è cresciuta (+1,5% da gennaio a settembre 2023, arrivata a circa 355mila addetti), anche se meno della media italiana (+2,3%). Aumenti più rilevanti nelle aziende con classe di addetti tra i 250 e i 499. Mentre i settori trainanti sono stati le attività professionali, le costruzioni e i servizi di alloggio e ristorazione.
Demografia e lavoro
Al di là della difficile congiuntura economica e internazionale attuale, analisti e imprese temono in prospettiva soprattutto gli effetti sull’economia del calo demografico (10mila residenti in meno in dieci anni) e dell’invecchiamento della popolazione (dal 2002 al 2022 il quoziente di natalità è sceso da 10,7 a 7 e quello di mortalità è salito da 8,8 a 10,8, si calcola che nel 2042 la popolazione provinciale under 30 sarà ridotta di un quarto e quella tra i 30 e i 65 anni del 17%). Questioni critiche sono la carenza prospettata di nuovi lavoratori nei prossimi anni e il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro (56% di difficoltà di reperimento per le 21.620 assunzioni previste da aziende della provincia tra novembre e gennaio 2024, dati Excelsior-Unioncamere-Anpal).
Anche perché il ricco e industrializzato territorio di Vicenza attira sempre meno immigrati sia dal resto d’Italia sia dall’estero (dal 2002 al 2022 il saldo migratorio estero della provincia è sceso da 8,4 a 3 e quello interno da 2 a 1,3). Mentre aumenta l’emigrazione dei vicentini, soprattutto dei giovani (dal 2011 al 2021 si sono trasferiti all’estero 36mila persone, il 50% tra i 18 e i 39 anni di età). Nel frattempo rimane rilevante nel mondo del lavoro privato provinciale il gap occupazionale, retributivo e di percorsi di carriera tra uomini e donne, più marcato nel manifatturiero. Ed è proprio sulla sotto dimensionata e mediamente sotto pagata occupazione femminile che si dovrebbe intervenire con politiche adeguate, trovando almeno in parte in questo bacino la forza lavoro necessaria alle imprese nei prossimi anni.