“Non c’è carenza di monoclonali”. Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità del Veneto, rassicura in merito alle avvisaglie di carenze di monoclonali o di sovraccarico del sistema per le troppe richieste.

“La direzione è comunque quella di andare verso una velocizzazione della somministrazione che, adesso, è per infusione ma si parla già di intramuscolo e anche di compresse”, ha sottolineato la dirigente, ribadendo quanto annunciato da Luca Zaia pochi giorni fa.

“Al momento i monoclonali sono disponibili anche perché altre regioni non li hanno utilizzati molto – ha continuato Manuela Lanzarin – Il meccanismo è il seguente: il medico di base indirizza il paziente che ha i requisiti per ricevere i monoclonali al punto di somministrazione, ossia in ospedale. In alternativa il soggetto positivo può contattare direttamente l’ospedale per chiedere un appuntamento per l’infusione”. La regione Veneto intende fare sempre più informazione proprio su questa possibilità. “I pazienti che dovessero arrivare al pronto soccorso – ha spiegato l’assessore regionale – se compatibili saranno inviati al punto di somministrazione dei monoclonali, che tra l’altro si usano anche nei pazienti già vaccinati. Al 19 agosto il Veneto ha effettuato 1.002 trattamenti con anticorpi monoclonali. Nessuno dei pazienti trattati è deceduto per covid”.

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