Ignoranza o egocentrismo? Probabilmente entrambe. Quando qualcuno si prende la briga di fare in una strada pubblica una scritta in cui afferma che il covid è un inganno, in piena pandemia mondiale, è davvero difficile comprendere se si tratti più di ignoranza o di voglia di farsi di notare.
Quel che è certo è che di normale e rispettoso non c’è nulla.
A rimuovere l’odiosa scritta che era apparsa lungo via dell’Autostrada ci hanno pensato i dipendenti del Comune di Zanè, sollecitati dal sindaco Roberto Berti, che a sua volta era stato avvisato dal collega maranese Marco Guzzonato.
La scritta infatti era stata fatta da mano ignota nel tratto che collega Zanè a Marano Vicentino, proprio nella via principale che porta all’ospedale di Santorso, dove sfrecciano le ambulanze, dove transitano molti parenti che tornano a casa dopo aver lasciato un genitore in reparto con il dubbio di non poterlo vedere mai più, dove passano pazienti che non riescono più a respirare, dove genitori di figli piccoli sperano di riuscire a guarire per non lasciare piccoli orfani, dove passano dipendenti della Sanità che vanno al lavoro rischiando di contagiarsi in prima persona.
E’ di oggi la notizia che all’interno degli ospedali delle due Ulss vicentine crescono i casi tra gli operatori sanitari, con ben 110 persone positive nella Ulss 7, tra medici e infermieri.
La scritta è stata prontamente segnalata da passanti infastiditi da tanta mancanza di rispetto per quanto sta accadendo.
C’è libertà di espressione, è vero, ma questo non implica la libertà di scrivere cavolate. E se a qualcuno venisse in mente di dire “siamo in dittatura”, sappia che in dittatura la libertà di scrivere queste cose non c’è e un eventuale autore sarebbe severamente punito.
Con ospedali al collasso in tutto il paese, bacheche dove si contano il doppio delle epigrafi rispetto ai tempi normali e l’economia che stagna costringendo migliaia di persone a rivolgersi ai Servizi Sociali o alla Caritas, dover anche sopportare il grido all’inganno è davvero troppo.
Non manca giorno in cui le amministrazioni locali non lancino appelli a mantenere le distanze e indossare le mascherine, proprio perché i numeri sono implacabili.
Ieri il sindaco di Velo d’Astico Giordano Rossi ha denunciato concittadini positivi al covid che se ne andavano a spasso incuranti della quarantena. Il sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern ha annunciato l’annullamento di mercato e mercatini di Natale proprio a causa della mancanza di disciplina di molte persone, pur sapendo l’impatto devastante che questo avrà sull’economia di molte famiglie. Il sindaco di Zanè Roberto Berti ha passato notti in bianco prima di decidere di far chiudere i bar alle 15 nei weekend, consapevole della difficoltà di mantenere i clienti seduti ai tavolini. Il sindaco di Gallio Emanuele Munari è intervenuto chiedendo rispetto per il prossimo, ha chiesto di mantenere distanziamento e di indossare la mascherina, spiegando che i contagi crescono e che la crescita della pandemia avrà ripercussioni negative sull’economia locale e costringerà attività a chiudere. Attività che non rappresentano solo ‘schei’, ma sono la garanzia di un piatto caldo sulla tavola, dei pannolini per i bambini, del riscaldamento per il nonno, del fieno o le crocchette per gli animali.
Se l’idea che la libertà sia quella di scrivere cavolate dove ci pare e piace, allora è chiaro che subito dopo aver combattuto la pandemia dovremo dedicarci a combattere l’ignoranza. E per quella, purtroppo, non basterà il vaccino.
Anna Bianchini