Monte di Malo incassa la seconda vittoria nella sua battaglia contro la sala slot che voleva aprire i battenti in zona industriale. Dopo la prima vittoria al Tar, arriva quella al Consiglio di Stato, che sposa le ragioni dell’amministrazione comunale.
La vicenda è iniziata nel 2016, quando, con una delibera ad hoc la giunta Squarzon imponeva alle sale slot una distanza minima di 2 chilometri dai luoghi ritenuti sensibili. Scuole o strutture a carattere sociale, come quella del centro medico ‘La Santé’, poco distante dai locali che avrebbero ospitato le slot machine che Cheb Weizhou, gestore del bar ‘Al Castello’, avrebbe voluto installare. Naufraga quindi l’inaugurazione della sala slot e partono le carte.
Ne seguì, nell’ottobre dello stesso anno, il ricorso al Tar Veneto di Weizhou ,assieme alla Fip Srl, con la richiesta di 70mila euro. Questo il presunto mancato introito delle macchinette, che il gestore lamentava. Un ricorso che, nel giugno del 2017, venne rigettato e che fece tentare l’ultima spiaggia a Weizhou e Fip, ricorrendo al Consiglio di Stato. Ora, a distanza di più di un anno incassano il secondo no.
Bocciata quindi l’apertura della sala slot in zona industriale a Monte di Malo. Con propria sentenza del 24 gennaio scorso, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso, condannato i ricorrenti a pagare i 5mila euro, quale parte spese di lite a carico del Comune di Monte di Malo.
Una decisione che, probabilmente, i ricorrenti avrebbero cominciato ad ‘annusare’, capendo forse la piega che stava prendendo la loro battaglia. Tanto da tentare una trattativa col Comune di Monte di Malo per ‘venirsi incontro’. La loro proposta sarebbe stata quella di pretendere meno dal Comune in fatto di danni, rispetto ai 70mila euro inizialmente richiesti.
“Ma noi abbiamo tenuto barra dritta – dichiara Mosè Squarzon, sindaco di Monte di Malo – E’ una doppia vittoria, che arriva dopo la prima ottenuta al Tar Veneto. Il Consiglio di Stato ha avvallato in tutto le nostre ragioni, sposando la nostra tesi difensiva”. Non nasconde la propria soddisfazione Squarzon, non solo per averla spuntata in un dominio di battaglie legali, ma anche per l’indirizzo dato con la propria amministrazione. Contrastare la piaga della ludopatia è importante ed è un dovere in quanto amministratore”.
“La Giunta del Comune di Monte di Malo ha usato la sua discrezionalità amministrativa in maniera non illogica e non irragionevole – si legge nella sentenza- Anche se il Comune avesse previsto una distanza inferiore ai 2mila metri dal luogo sensibile, l’attività della sala giochi sarebbe stata comunque preclusa, in quanto il Centro Medico La Santè insiste nello stesso edificio del bar”. Quello che ha fatto il Comune di Monte di Malo, si legge ancora nella sentenza “è pienamente legittimo”. I 2mila metri, quindi, “non sono irragionevoli e sproporzionati” come distanza da imporre tra un centro medico, o una scuola, da una sala slot.
“Più di qualche famiglia, anche a Monte di Malo è stata toccata dal problema della ludopatia, per questo abbiamo agito imponendo la nuova distanza- conclude Mosè Squarzon – So bene che se non trovano le macchinette, chi è caduto nel vizio, si può spostare in un altro Comune. Per questo auspico, e mi auguro, che anche altre amministrazioni comunali applichino misure che siano da deterrente al gioco d’azzardo.. Se tutti facessimo la nostra parte, partendo anche dallo Stato che lucra fin troppo su questi ‘schiavi del gioco’, potremmo avere veramente dei risultati notevoli”.
Paola Viero