di Federico Piazza

L’offerta di nuovi modelli d’auto nella fascia di prezzo più bassa tra i 10mila e i 25mila si è molto ridotta negli ultimi anni. Nel frattempo il governo ha deciso di non rinnovare gli ecoincentivi per il 2025. Risultato: languono le vendite del nuovo mentre cresce il mercato dell’usato.
Nei primi 11 mesi del 2024, secondo dati elaborati dal Centro Studi e Statistiche di Unrae (l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), in Veneto i passaggi di proprietà di autovetture e fuoristrada classificati come “trasferimenti netti” sono stati 227mila, +11% rispetto allo stesso periodo del 2023. Mentre sono calate le mini volture, cioè le vendite di auto usate a concessionari e rivenditori (165mila, – 22,3%) che spesso si fanno a fronte dell’acquisto di veicoli nuovi. Il Veneto è il quarto mercato regionale dell’usato, con una quota dell’8% sul totale nazionale. Ed è molto vivace anche nell’Alto Vicentino, confermano alcuni dei principali concessionari e rivenditori locali come Bisson e Marcante a Schio e Ceccato a Thiene.
Più in generale, Unrae registra che a livello italiano tra i passaggi di proprietà di vetture di seconda mano le motorizzazioni diesel sono sempre in testa seppure in calo (quota del 44,9%), seguite da benzina (38,7%), ibride (7,7%), gpl (4,8%), metano (2,2%), elettrico plug-in (1%) e full elettrico (0,8%). Quasi la metà dei trasferimenti netti (48,3%) hanno riguardato auto con oltre dieci anni di anzianità, mentre circa un quarto (22,4%) vetture che avevano meno di quattro anni.
Nel frattempo nel 2024 le vendite del nuovo hanno tenuto in Veneto (+2,1% sul 2023) e in provincia di Vicenza (+1,7%) LINK A https://www.altovicentinonline.it/economia-2/il-mercato-dellauto-nel-vicentino-registra-17-potrebbe-essere-lanno-delle-plug-in-e-delle-elettriche/. Una contro tendenza positiva, rispetto all’andamento nazionale (-0,5%). Peculiare è il dato vicentino dele auto a km 0, che rappresentano quasi un quarto delle nuove immatricolazioni in provincia. Il doppio della media nazionale italiana e più della media veneta. Secondo i dati Unrae, infatti, su un totale di 21.033 immatricolazioni di autovetture e fuoristrada nel Vicentino nel 2024, ben 5129 (il 24,4%) sono state intestate a concessionari e case automobilistiche. In grandissima parte a uso privato. Quantità e quota sul totale simili a quelle del 2023. In Veneto complessivamente la percentuale delle cosiddette “auto immatricolazioni” nell’ultimo biennio si è aggirata invece intorno al 16%, mentre a livello nazionale non si è andati oltre l’11%. La particolarità del dato vicentino è il risultato della politica di pochi grandi concessionari con sede in provincia, che si immatricolano auto che poi distribuiscono ad altri soggetti commerciali soprattutto nel mercato del Triveneto.
Ma quali sono le prospettive per il mercato 2025 a livello locale?
Discretamente bene per il Gruppo Ceccato di Thiene, marchi Stellantis. Che però non è fiducioso per il 2025: «Prevediamo un calo tra il 20 e il 25% di nuove immatricolazioni e c’è il problema dei target di vendita delle auto elettriche, che non sono realizzabili e che a regole vigenti comporteranno pesanti multe secondo le regole vigenti Ue», commenta il responsabile commerciale Giovanni Buganza.
Più ottimista Giuseppe Marcante, socio di Toyota Marcante Automobili, presente con un concessionario a Schio: «Per noi il 2024 è andato bene, siamo il secondo marchio in provincia di Vicenza alla pari con Volkswagen. Nel nostro territorio la domanda di auto nuove è più vivace rispetto ad altre zone d’Italia. Per il 2025 l’obiettivo è fare gli stessi numeri, anche se sappiamo che non sarà facile».
Vittorino Bisson, presidente dell’Associazione provinciale Concessionari ufficiali autoveicoli di Confcommercio Vicenza, osserva che effettivamente c’è un problema di prezzi delle auto. «L’offerta di modelli nella fascia tra i 10mila e 25mila euro è scarsa in maniera trasversale ai principali marchi italiani, europei, americani, giapponesi e coreani, indipendentemente dal tipo di motorizzazione. Questo rischia di aprire la strada alla concorrenza cinese. Nel frattempo, l’annuncio del governo di voler uscire dalla logica degli ecoincentivi ha indotto diversi potenziali acquirenti a rinviare la sostituzione del veicolo o ad optare per l’usato». Bisson, titolare dell’omonimo concessionario dei marchi Ford, Mazda e Volvo, si dice comunque fiducioso sulle prospettive dell’elettrico: «Nel mercato delle auto aziendali, per quelle in uso ai dipendenti con fringe benefit (che sono l’80%) la nuova tassazione introdotta quest’anno dovrebbe spingere le full electric e plug-in. Inoltre, stanno in generale arrivando sul mercato nuovi modelli elettrici da 30-35mila euro acquistabili con una rata mensile che, abbinata ai minori costi di gestione e manutenzione rispetto all’endotermico, li rende economicamente competitivi».
Ma sul settore, rispetto proprio alle vendite di full-electric e plug-in la cui quota di mercato complessiva in Italia nel 2024 non è andata oltre il 6,4%, pesa l’incognita delle multe Ue sull’eccesso di emissioni di CO2. Per il periodo 2025-2029 il limite è stato abbassato a 93,6 grammi per chilometro sul totale delle auto immatricolate. Per chi sfora, cioè praticamente quasi tutte le case automobilistiche, la sanzione prevista è di 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso. Moltiplicato per milioni di vetture nel mercato europeo, se le regole non cambiano sono previsti miliardi di euro di sanzioni per i produttori.

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