“Se i pozzi inaridiscono scava qui zampilla acqua”. Questa l’incisione, solo parzialmente leggibile, posta sulla lapide della ‘fontana murà’, che verrà ‘restituita’ alla comunità con una cerimonia che avrà luogo sabato 28 aprile, con inizio alle 20.30, nella chiesetta di San Bernardino, sede dell’aula consigliare del Comune di Malo, dove poi il manufatto verrà collocato in via definitiva.
Dato per molti anni per disperso, il blocco lapideo di 40 cm di altezza, 28 di larghezza e 14 cm di spessore, è stato acquistato nel 2005 dal Comune di Malo da un privato e fatto restaurare a spese della Pro loco guidata da Fernando Zambon.
“Una sinergia – come ha sottolineato il sindaco Paola Lain nell’annunciare l’evento – che ha consentito di recuperare un reperto storico che allo stesso tempo è interessante anche sotto il profilo territoriale e sociale e che ci racconta in particolare di un periodo, quello della peste dei primi decenni del 1600”.
A coordinare tutta l’operazione il prof. Igino Colbacchini, sotto la sorveglianza e l’autorizzazione della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.
L’intervento di restauro, ad opera di Laura Vajngerl, è consistito in una accurata pulitura, con asportazione dei residui cementizi che colmavano le incisioni, e nella stuccatura delle parti mancanti con impasti di malte simili al colore originale della pietra. Al di sotto della lapide è stato inserito un piccolo blocco di pietra dello stesso litotipo dell’originale, sul quale è stata incisa la parola AQUA. Questo per dare l’idea delle dimensioni originali del manufatto e dare completezza alla scritta, anche se, data l’usura dei secoli, rimane purtroppo poco leggibile.
a cura ufficio stampa Comune Malo