Rilancia l’allarme sulla mancanza di medici in Veneto e chiede finalmente una svolta (già ampiamente sollecitata) sulla permanenza dei camici pensionandi che vogliono rimanere a lavorare nel sistema sanitario pubblico e invece firmano contratti per la sanità privata, come permettono le norme. Luca Zaia vuole “poter contrattare con chi vuole restare”, perchè purtroppo, sottolinea il governatore Veneto parlando di una situazione “emergenziale”, “non abbiamo giovani da assumere in questo momento”. In Veneto, invece, “abbiamo ex chirurghi che fanno un lavoro strepitoso ma devono farlo nel privato. Coi medici che mancano, a voi sembra normale ‘sta roba?”, chiede polemicamente il governatore durante la conferenza stampa tenuta stamane a Palazzo Balbi sulle liste d’attesa in sanità. Un tema, questo che “fa incazzare il cittadino”, ma il leghista sgombra il terreno dalle tesi dei “laureati su Facebook”. “C’è chi pensa- è il senso della sua osservazione- che i medici siano fancazzisti, ma non è così. E non sono fancazzisti nemmeno i politici e gli amministratori, perchè non abbiamo solo le agende occupate ma anche l’overbooking, il cosiddetto ‘galleggiamento’. La verità è che mancano i medici, coloro che debbono erogare le prestazioni. Ho denunciato per anni questo pericolo”. Il numero chiuso alle facoltà di Medicina, secondo Zaia, “ci ha privato dei medici, come fai a scegliere un grande chirurgo a 18 anni con un test?”. In Italia di medici “ne mancano 50.000 dei quali 3.500 in Veneto, grazie alla genialata di una programmazione sbagliata”.

Accanto all’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin Zaia ricorda che in Veneto “facciamo un concorso ogni tre giorni, ma i medici non si presentano ai concorsi”. Nonostante questo, c’è stato negli ultimi mesi un “abbattimento forte delle liste d’attesa”, con il taglio dell’87% del ‘galleggiamento’, cioè il contingente di prestazioni per la quale si è in attesa di una chiamata non essendoci posto in lista. Questo anche grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale “che ci permette di beccare dati anomali”. Tra i punti critici che contribuiscono ad alimentare le liste d’attesa Zaia cita la medicina difensiva (“Se fossi un medico la farei anche io la medicina difensiva, con pool di legati davanti agli ospedali che ti dicono ‘vieni qua che qualcosa la tiriamo fuori'”), ma anche quello sia pur “infinitesimale” dell’inappropriatezza delle prescrizioni”. Infine, la terza componente “è l’offerta diagnostica, perchè aumentare le possibilità diagnostiche vuol dire anche dilatare i tempi”. Il Veneto è anche in attesa delle prossime misure del Governo per contribuire ad abbattere le liste. “il monitoraggio nazionale non è ancora partito perchè manca ancora il decreto. Ma il nostro sistema, con la cabina di regia, andrà avanti”, informa Lanzarin.

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