In Veneto, “il tirocinio si conferma un efficace strumento di inserimento lavorativo”: oltre l’80% di chi ha seguito questo percorso, e concluso la sua esperienza lavorativa tra 2019 e 2022, ha trovato lavoro entro un anno, il più delle volte entro 30 giorni dalla fine del tirocinio. Nel 45% dei casi la ricollocazione avviene nella stessa azienda in cui si è svolto il tirocinio, generalmente con contratto di apprendistato, a tempo determinato o con una nuova esperienza di tirocinio. “Per i giovani il tirocinio si configura spesso come un’opportunità per entrare nel mondo del lavoro per la prima volta ed esplorare i contesti aziendali più adatti alle proprie aspirazioni professionali. Al contrario, per gli over 30, l’utilizzo del tirocinio sembra inserirsi in un contesto più complesso, caratterizzato da situazioni lavorative transitorie, a volte instabili e discontinue”, evidenzia Veneto lavoro diffondendo tutti i dati di questo meccanismo. Il primo numero che spicca è questo: sono quasi 26.000 i tirocini extracurriculari attivati in Veneto nel 2023 da parte di 14.700 aziende. Nella maggior parte dei casi si tratta di tirocini di inserimento e reinserimento lavorativo (77%), rivolti a persone disoccupate o a rischio disoccupazione, incluse persone con disabilità e soggetti svantaggiati, seguiti dai tirocini estivi e di orientamento (13%), destinati a giovani studenti e realizzati durante le vacanze per scopi formativi e orientativi, dai tirocini di inclusione sociale (6%), attivati dalle Ulss e finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia e all’abilitazione e riabilitazione, e dai tirocini formativi (2%), attivabili da Università, Its e istituzioni scolastiche per neodiplomati e neolaureati.

Veneto lavoro evidenzia anche e soprattutto che i tirocini riguardano prevalentemente giovani under 30 (80%), mentre gli over 30 sono il 20%. Anche per questo motivo, la maggior parte dei tirocini viene attivata d’estate, tra luglio e ottobre, in concomitanza con le vacanze scolastiche o la conclusione dell’anno accademico. La durata delle esperienze di tirocinio è nella maggior parte dei casi compresa tra tre e sei mesi, supera l’anno solo il 3%. Il 33% dei tirocini è a part-time, ma la percentuale raggiunge il 55% per le donne. Il numero più elevato di tirocini fa riferimento alle qualifiche impiegatizie (22%), seguite da professioni qualificate dei servizi (20%), operai specializzati (17%) e professioni tecniche (17%). Le province con più attivazioni sono Padova (5.595), Treviso (5.481) e Vicenza (5.265), che insieme concentrano il 60% del totale dei tirocini avviati in regione. Seguono Venezia (3.851, 15% del totale) e Verona (3.605, 14%). Infine le province di Rovigo e Belluno, rispettivamente con 1.216 (5%) e 859 attivazioni (3%). Il rapporto tra tirocini e assunzioni con contratto di lavoro dipendente è più elevato nei territori a forte vocazione manifatturiera: a Bassano del Grappa si registrano sei tirocini ogni 100 rapporti di lavoro, a Castelfranco Veneto 5,4 e a Montebelluna 5. Anche nel 2023 si conferma il ruolo centrale dei servizi pubblici per l’impiego nell’attivazione dei tirocini extracurriculari. I Centri per l’impiego sono infatti soggetto promotore di 10.500 tirocini, ovvero il 41% del totale, mentre Agenzie per il lavoro private e altri organismi accreditati attivano il 31% dei tirocini, seguiti da consulenti del lavoro, Ulss, cooperative sociali e scuole, Its o Università.

Le aziende che nel 2023 in Veneto hanno attivato esperienze di tirocinio sono 14.677, il 27% in meno rispetto al 2019. La diminuzione nel numero di aziende coinvolte e di tirocini attivati è iniziata nel 2018 e risente degli effetti della normativa entrata in vigore nel 2017, che ha ridotto il numero massimo di tirocini che ciascun tutor del soggetto promotore può seguire e imposto un vincolo sul numero di tirocini attivabili contemporaneamente dalle aziende ospitanti. Ad incidere sono state anche le dinamiche demografiche, che hanno determinato la progressiva contrazione della popolazione giovanile, che più di ogni altra risulta interessata da esperienze di tirocinio, e l’aumento della domanda di lavoro, che unita alle crescenti difficoltà di reperimento di manodopera per carenza di lavoratori sembra aver spinto le aziende ad optare per l’assunzione diretta del lavoratore anziché passare dal tirocinio come strumento di primo inserimento in azienda. Il 34% dei tirocini è attivato da imprese che impiegano fino a nove dipendenti, che rappresentano quasi la metà delle aziende ospitanti complessive, e da quelle operanti nel settore dei servizi, principalmente attività commerciali, turismo, servizi alla persona e terziario avanzato, mentre l’industria, soprattutto quella del made in italy, riguarda il 33% delle realtà ospitanti. L’agricoltura resta un ambito produttivo del tutto marginale in materia di tirocini. Ogni impresa ha attivato in media 1,8 tirocini nel corso dell’anno

 

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