L’ultima Legge di stabilità e i relativi decreti attuativi della “Riforma Fiscale”, non presentano interventi rilevanti per abbattere l’eccessivo onere tributario che grava sulle attività del commercio, del turismo e dei servizi. Allo stesso tempo le ridotte risorse disponibili, i maggiori costi da sostenere, insieme al problema inflazione, rischiano di portare le Amministrazioni locali ad un generalizzato innalzamento della fiscalità. Da qui la lettera, inviata nei giorni scorsi da Confcommercio Vicenza a tutti sindaci della provincia, per chiedere, nel 2025, una particolare attenzione “alla rete degli esercizi di vicinato che garantiscono un essenziale servizio ai cittadini, valorizzano le specificità del territorio, costituiscono un prezioso presidio di sicurezza e di vitalità per piccoli e grandi centri, oltre che per le periferie”.
Il presidente Nicola Piccolo e il direttore Ernesto Boschiero, che firmano la missiva, non auspicano solo che i tributi locali non aumentino, puntano piuttosto ad un cambio di prospettiva: agire con lungimiranza sulla leva fiscale “per rafforzare la rete commerciale e turistica di città e paesi, migliorandone la vivibilità e i servizi offerti ai cittadini”.
Come? Confcommercio Vicenza avanza una serie di suggerimenti che toccano varie “voci” relative alle entrate dei Comuni. Sull’IMU, ad esempio, l’Associazione invita a prevedere agevolazioni delle aliquote o esenzioni per chi riduce i canoni di affitto, o per chi dà in locazione immobili sfitti da oltre un anno, così come per interventi di privati volti a recuperare aree dismesse o degradate. Tutto questo può incidere, secondo Confcommercio, sull’andamento di chiusure e aperture delle attività commerciali e turistiche.
Proprio per incentivare l’apertura di nuove attività, il presidente Piccolo e il direttore Boschiero, propongono poi ai sindaci del Vicentino di “prevedere l’esenzione dai tributi locali per tre anni a chi riapre un negozio sfitto”: in questo modo si “favorirebbe il ritorno, nelle vie e nelle piazze di città e paesi, di nuove attività, migliorandone il servizio di prossimità, il presidio e la vitalità”.
Importante anche il capitolo “promozione del territorio”, che ha effetti positivi sul turismo e su tutto l’indotto commerciale. In questo senso Confcommercio Vicenza propone di agire sul Canone Unico Patrimoniale (che riguarda la concessione del suolo pubblico, ad esempio per i plateatici dei locali o per gli ambulanti, oltre che l’imposta di pubblicità), concedendo agevolazioni per gli operatori commerciali che aderiscano, o pongano in essere, iniziative di valorizzazione del territorio.
Infine il capitolo Tari, ovvero la tassa rifiuti, che pesa non poco anche sulle attività del commercio, turismo e servizi. Qui Confcommercio Vicenza chiede ai sindaci di non procedere ad aumenti tariffari, anche alla luce “della specifica dettata dal metodo tariffario introdotto da ARERA” che rende ammissibile “una deroga alla copertura integrale del costo del servizio”. In particolare, nella lettera, il presidente Piccolo e il direttore Boschiero chiedono di “determinare la tassazione in base agli effettivi rifiuti prodotti; di ampliare le previsioni di riduzione per la attività commerciali al dettaglio e per i pubblici esercizi; di prevedere agevolazioni per le attività di commercio all’ingrosso, in quanto generalmente caratterizzate da ampie superfici, ma ridotta produzione di rifiuti”, ma anche di “agevolare o ridurre le tariffe per le imprese che provvedano all’assunzione di lavoratori dipendenti”.
L'obiettivo della lettera, sottolineano nel finale il presidente e il direttore di Confcommercio Vicenza, è “quello di semplificare gli adempimenti e giungere ad una tassazione equa e possibilmente condivisa con i contribuenti”; da qui la disponibilità dell’Associazione di “affiancare le Amministrazioni Comunali in questo importante periodo di programmazione”.

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