“Ci sono motivi e preoccupazioni sufficienti per pensare a strategie utili a mettere fine a gravi situazioni e comportamenti che vedono protagonisti anche alcuni giovani e giovanissimi. Fatti che non sono accettabili e che possono rappresentare i prodromi di fenomeni di illegalità peggiori. In particolare il diffondersi delle baby gang e di un bullismo spesso violento vanno contenuti con fermezza. Crescono in fretta, anche nel crimine: i bulli di oggi rischiano di diventare i fuorilegge di domani. A fronte della cronaca di ogni giorno penso non si debba temere di applicare, quando necessario, il Daspo anche a minorenni e incentivare, a fronte della necessità di garantire maggiore sicurezza, l’istituzione di zone rosse”. La considerazione è del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, alla luce del ripetersi di eventi di cronaca nera in cui sono coinvolti anche ragazzi. “Anche oggi la cronaca ci parla di un anziano picchiato da uno sconosciuto a Verona, di uno scontro tra bande con feriti e danni a Portogruaro, di tre baby rapinatori pressoché adolescenti nel Padovano”, prosegue il governatore.

“A fronte di un simile ritmo di coinvolgimento di giovani in questi fatti, che è necessario applicare quella severità che aiuti i protagonisti a comprenderne la portata, ricorrendo agli strumenti già previsti dal nostro ordinamento. Come il daspo, ad esempio che, nato per le manifestazioni sportive, può essere inflitto a chi ha più di quattordici anni, non rappresenta una condanna ma è una misura preventiva”. Zaia infine riconosce che la maggior parte dei giovani “è impegnata seriamente nel lavoro e nello studio. A loro tutela abbiamo il dovere sociale di intervenire contro questa escalation con il sostegno alle famiglie, alla scuola, con l’educazione al rispetto e ricercando le cause dell’origine di un simile disagio sociale, ma anche con corrette misure sanzionatorie che possono aiutare a comprendere e a crescere”.

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